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Arrangiamento per: Brass ensemble

Composizione: Sinfonia n. 9

Compositore: Beethoven Ludwig van

Arrangiatore: Rondeau, Michel

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Presto "An die Freude" (selection). For Brass Ensemble (Rondeau). Complete Score and Parts PDF 0 MB
Wikipedia
La sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125, anche nota come Sinfonia corale, è l'ultima sinfonia di Ludwig van Beethoven. Fu eseguita per la prima volta venerdì 7 maggio 1824 al Theater am Kärntnertor di Vienna, con il contralto Caroline Unger e il tenore Anton Haizinger. Ai primi tre movimenti puramente sinfonici ne segue un quarto che include il coro sui versi dell'ode Alla gioia di Friedrich Schiller.
È una delle opere più note ed eseguite di tutto il repertorio classico ed è considerata uno dei grandi capolavori della musica occidentale, anche in quanto simbolo universale di unità e fratellanza tra gli uomini, oltre ad essere ritenuta da molti musicologi il capolavoro di Beethoven. È stata inoltre per lungo tempo la maggiore composizione sinfonica con voci.
Il tema del finale, riadattato da Herbert von Karajan, è stato adottato nel 1972 come Inno europeo. Nel 2001 spartito e testo sono stati dichiarati dall'UNESCO Memoria del mondo attribuita alla Germania.
La Società Filarmonica di Londra inizialmente commissionò la sinfonia nel 1817. La principale opera di composizione fu compiuta tra l'autunno del 1823 e il febbraio 1824, data di completamento dell'autografo.
Denominata nel suo primo abbozzo Allemande ("Tedesca"), la sinfonia nacque in parte da altri brani di Beethoven che, sebbene confluiti in opere a sé stanti, sono anche contenuti in alcuni schizzi della futura Nona sinfonia. Quanto alla struttura, già la Fantasia Corale, Op. 80 (1808), in pratica un movimento di un concerto per pianoforte, introduce un coro e dei solisti verso la fine, per creare il culmine. Così nella Nona Sinfonia le voci cantano un tema prima suonato strumentalmente: peraltro il tema, per lo meno nella struttura, ricorda piuttosto da vicino il tema corrispondente nella Fantasia Corale. Andando ancora più indietro, una versione precedente del tema della Fantasia Corale si trova nella canzone Gegenliebe, per pianoforte e voce alta, risalente a prima del 1795. L'offertorio Misericordias Domini KV 222 di Mozart (1775) contiene un tema affidato ai violini che corrisponde esattamente, a parte una minima variazione, alla frase iniziale dell'Inno alla gioia, e lo richiama pertanto all'orecchio dell'ascoltatore moderno (il fatto non è però straordinario, dal momento che entrambe le melodie procedono per grado congiunto).
Anche se le sue opere più importanti avevano quasi sempre esordito a Vienna, Beethoven voleva che, una volta terminata, la sua ultima composizione fosse eseguita il più presto possibile a Berlino, poiché pensava che il gusto musicale viennese fosse ormai dominato dai compositori italiani, come Rossini. Ma i suoi amici e finanziatori insistettero affinché la première della sinfonia si tenesse a Vienna, tanto che fecero partire una petizione, firmata da molti importanti mecenati e interpreti della musica viennese, suoi ammiratori.
Beethoven fu lusingato dall'adorazione di Vienna, e così acconsentì. Discusse però, a lungo, sulla scelta del luogo dove tenere il concerto. Egli propendeva infatti per la sala del Ridotto, un circolo privato, e già si diceva a Vienna che egli avrebbe dato il concerto «in un guscio di noce». Le ragioni di questa scelta sono dovute probabilmente al fatto che un teatro gli potesse apparire una sede troppo profana per un'opera di alta ispirazione religiosa come la Missa Solemnis, che avrebbe esordito nella sua quasi interezza insieme con la Nona sinfonia. Saranno infine i suoi stessi amici e confidenti a dissuaderlo dalla scelta di dare un concerto in una sala (Verein), e propendere invece per un teatro, nel quale non solo sarebbe convenuta volentieri gran parte della nobiltà e della corte, ma soprattutto l'effetto e la forza dei suoi due nuovi lavori avrebbero trovato uno spazio dove poter essere espresse compiutamente.
La prima della Nona sinfonia si tenne il 7 maggio 1824 a Vienna, al Theater am Kärntnertor, seguita da tre parti della Missa Solemnis (il Kyrie, il Credo, e l'Agnus Dei) e dall'ouverture La consacrazione della casa. Fu la prima apparizione sul palco del compositore in 12 anni; la sala era gremita di un pubblico entusiasta e di un gran numero di musicisti. La première della sinfonia coinvolse la più grande orchestra mai riunita da Beethoven e richiese gli sforzi combinati della Kärntnertor house orchestra e della Società musicale di Vienna (Gesellschaft der Musikfreunde), insieme con un gruppo selezionato di dilettanti preparati. Sebbene non esista una lista completa degli artisti che vi presero parte, si sa che parteciparono molti degli artisti più noti di Vienna.
Le parti per soprano e per contralto furono interpretate dalle famose cantanti Henriette Sontag e Caroline Unger. La soprano tedesca Henriette Sontag (1806-1854) aveva diciott'anni quando lo stesso Beethoven la ingaggiò per eseguire la sinfonia al suo esordio. Anche il contralto ventunenne viennese Caroline Unger (1803-1877) fu ingaggiato personalmente da Beethoven, ma già nel 1821 si era guadagnata ottime critiche in seguito all'apparizione nel Tancredi di Rossini. Dopo essersi esibita alla première del 1824, la Unger divenne famosa in Italia e a Parigi. Compositori come Donizetti e Bellini sono famosi per aver scritto ruoli specificatamente per la sua voce.
Ufficialmente l'esecuzione fu diretta dal maestro di cappella del teatro, Michael Umlauf, anche se lo stesso Beethoven condivise il palco con lui, cosicché se non altro poté percepire, tattilmente attraverso il plancito, le vibrazioni di risonanza dei registri bassi e del ritmo generale. Due anni prima proprio Umlauf aveva assistito al tentativo di Beethoven, già all'epoca sordo, di dirigere la prova generale della sua opera Fidelio, che finì in un disastro. Così questa volta istruì i cantanti e i musicisti affinché ignorassero il maestro Beethoven. All'inizio di ciascuna parte il compositore, che sedeva al lato del palco, dava i diversi tempi: voltava le pagine della partitura scritta da lui e batteva il tempo per una orchestra che non poteva udire. Così riporta, invece, il violinista Joseph Böhm:
«Beethoven diresse il pezzo lui stesso; cioè, si trovava davanti al leggio e gesticolava furiosamente. A volte si alzava, altre si stringeva fino al suolo, si muoveva come se volesse suonare tutti gli strumenti da sé e cantare per conto dell'intero coro. Tutti i musicisti prestavano attenzione soltanto al suo ritmo mentre suonavano».»
Ci sono diversi aneddoti riguardo alla prima della Nona. In base alle testimonianze dei partecipanti, molti indizi suggeriscono che l'esecuzione era stata piuttosto mal preparata (c'erano state solo due prove complete) e alquanto sconnessa. Le diverse fonti però concordano sul fatto che fu un grande successo.
Quando capitava che il pubblico applaudisse, alla fine dello Scherzo o alla conclusione dell'intera sinfonia, facendo così dilatare i tempi di esecuzione, Beethoven era fuori tempo per diverse misure e tuttavia continuava a condurre. Per questa ragione secondo alcuni il contralto Caroline Unger si sarebbe avvicinata a Beethoven nel finale dell'esecuzione e lo avrebbe fatto voltare per ricevere gli applausi e gli evviva del pubblico. Secondo un testimone, «il pubblico ricevette l'eroe musicale con il massimo rispetto e simpatia, ascoltò le sue meravigliose, gigantesche creazioni con l'attenzione più assorbita e scoppiò in un applauso di giubilo, spesso durante le sezioni, e ripetutamente alla loro fine». L'intero pubblico per cinque volte acclamò l'autore con una standing ovation; c'erano fazzoletti in aria, cappelli, mani alzate, in modo che Beethoven, che non riusciva a sentire gli applausi, potesse almeno vedere i gesti di ovazione.
La prima edizione tedesca è stata stampata da B. Schott's Söhne (Mainz) nel 1826. L'edizione Breitkopf & Härtel risalente al 1864 è stata usata ampiamente dalle orchestre. Nel 1997 Bärenreiter pubblicò un'edizione di Jonathan Del Mar. Secondo Del Mar, questa edizione corregge quasi 3.000 errori contenuti nell'edizione Breitkopf, alcuni dei quali erano "notevoli". David Levy tuttavia ha criticato questa edizione, dicendo che potrebbe creare tradizioni "molto probabilmente false". Breitkopf ha anche pubblicato una nuova edizione di Peter Hauschild nel 2005.
La sinfonia è divisa in quattro movimenti, l'ultimo dei quali contiene l'Inno alla gioia. Beethoven modifica la tipica struttura della sinfonia classica inserendo per la prima volta uno scherzo prima del movimento lento (infatti lo scherzo solitamente segue il movimento più lento). Eccezionalmente infatti, se il primo movimento di una sinfonia o di una sonata e il successivo tempo lento acquistano proporzioni e impegno eccessivi, lo scherzo può diventare il secondo movimento, dando così maggior equilibrio all'opera. Egli aveva comunque già fatto lo stesso in lavori precedenti (inclusi i quartetti di archi) Op. 18 n. 5, the Archduke piano trio Op. 97, la sonata per piano Hammerklavier Op. 106). Anche Haydn fece lo stesso in altri lavori.
Durata delle indicazioni tra i vari movimenti: (Beethoven Symphony no. 9 in D minor, op.125).
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Allegro ma non troppo, un poco maestoso. Durata approssimativa 16 min.
Il primo movimento è una sonata dall'atmosfera tempestosa. L'incipit della sinfonia è celebre per la quinta vuota la-mi priva della modale, che dà un senso di vuoto e di indefinito. Tale tecnica venne usata anche da sinfonisti posteriori (Anton Bruckner, Gustav Mahler) per rendere l'idea dell'ordine che nasce dal caos indistinto e indeterminato. Il tema di apertura, suonato "pianissimo" su tremolo di archi sembra a tal punto un'orchestra che si accorda da suggerire che fosse un'ispirazione di Beethoven. Ma da questo limbo musicale emerge un tema potente e chiaro che dominerà l'intero movimento. In seguito, alla fine della parte di ricapitolazione, torna a un "fortissimo" in Si bemolle maggiore, invece che al Re minore di apertura, la tonalità del movimento. L'introduzione impiega anche la relazione tra modale e tonica che distorce ulteriormente la tonica fino a che essa non viene suonata dal fagotto nel più basso registro possibile. La coda utilizza un passus duriusculus.
Scherzo: Molto vivace /Presto. Durata approssimativa 10 min.
Il secondo movimento, uno scherzo, è anch'esso in Re minore, con il tema di apertura somigliante a quello del primo movimento, una costruzione che si trova anche nella Sonata per pianoforte n. 29, scritta pochi anni prima. Essa usa ritmi propulsivi e un assolo di timpani. A tratti, durante il movimento Beethoven sottolinea che il battito dovrebbe essere ogni tre battute, forse a causa del passo molto veloce della gran parte del movimento, scritto in tempo triplo con l'indicazione "ritmo di tre battute", e un battito ogni quattro battute "ritmo di quattro battute".
Beethoven era già stato criticato in precedenza perché non aderiva alle regole riguardanti le composizioni. Utilizzò questo movimento come risposta ai suoi critici. Solitamente gli scherzi sono scritti in tempo triplo. Beethoven fece altrettanto ma esso ha un contrappunto tale che quando accoppiato con la velocità, rende il suono in tempo quarto.
Seppur aderente alla forma ternaria di un movimento di danza (scherzo-trio-scherzo, o minuetto-trio-minuetto), il movimento ha al suo interno una sonata completa. All'interno di essa, la prima parte dell'esposizione comincia con una fuga.
La sezione di trio contrastante è in Re maggiore e in tempo doppio. È nel trio che suona il trombone.
Adagio-molto e cantabile – Tempo Primo – Andante Moderato – Adagio – Lo Stesso Tempo. Durata approssimativa 16 min.
Il tempo lento al terzo movimento smorza i toni dopo i suoni impetuosi precedenti, preparando quindi per lo slancio del finale. Il movimento lento e lirico, in Si bemolle maggiore, è in una forma variata sciolta, dove ogni coppia di variazioni elabora progressivamente il ritmo e la melodia. La prima variazione, come il tema, è in 4/4, la seconda in 12/8. Le variazioni sono separate da passaggi in 3/4, il primo in re maggiore, il secondo in sol maggiore. La variazione finale è interrotta due volte da episodi in cui forti fanfare eseguite da tutta l'orchestra sono corrisposte da ottave suonate dai soli primi violini. Un importante corno solista è assegnato al quarto suonatore. I tromboni sono in tacet durante tutto il movimento.
Presto; Allegro assai (Alla marcia); Andante maestoso; Allegro energico, sempre ben marcato. Durata approssimativa 24 min.
Il quarto movimento si caratterizza per contenere il recitativo, così suddiviso:
Il famoso finale corale è la rappresentazione musicale beethoveniana della fratellanza universale. Il pianista e autore musicale americano Charles Rosen lo ha definito come una "sinfonia all'interno della sinfonia", suonata senza interruzione. Questa "sinfonia interna" segue infatti lo stesso schema generale della Nona Sinfonia nel suo complesso. Lo schema è il seguente:
Il movimento ha un'unità tematica, in cui ogni parte può dimostrarsi basata sul tema principale, il tema "Seid umschlungen", o su una combinazione dei due.
Il primo "movimento all'interno di un movimento" è a sua volta organizzato in sezioni:
Aggiungere un finale con tanto di coro alla sinfonia rappresentava, per Beethoven, un'idea a cui pensava già dal 1807, e che in parte realizzò nel 1808 nel finale della Fantasia corale, portata però a totale compimento solo con la Nona sinfonia, musicando nel quarto movimento l'Ode o Inno alla gioia di Friedrich Schiller.
«O Freunde, nicht diese Töne!Sondern laßt uns angenehmereanstimmen und freudenvollere.»
«Amici, non questi suoni!Piuttosto, altri intoniamone,più piacevoli e gioiosi.»
Già dal 1793 Beethoven manifestò la volontà di mettere in musica l'Inno alla gioia di Friedrich Schiller. Al 1799 risale il primo abbozzo, sotto forma di Lied, mentre altri schizzi si trovano attualmente in raccolte risalenti al 1814 e 1815. Ma fu solo con la Nona Sinfonia che Beethoven adattò tale testo alla musica, la sua più grande sinfonia. E per far ciò, prese ispirazione da una stesura dell'Ode vista dall'autore stesso nel 1803. L'Inno alla gioia è una lirica nella quale la gioia è intesa non certo come semplice spensieratezza e allegria, ma come risultato a cui l'uomo giunge seguendo un percorso graduale, liberandosi dal male, dall'odio e dalla cattiveria.[1] Peculiarità di quest'ultimo movimento è il perfetto uso (ante litteram) del Leitmotiv, che sarà caratteristico della produzione wagneriana. Infatti Beethoven, all'inizio del 4º movimento, riprende in ordine tutti e tre i temi dei precedenti.
«Quella idea profetica della fondazione del regno di Dio sulla terra tra gli uomini di buona volontà, già auspicata da Kant, Beethoven l'aveva solennemente celebrata nel Finale della Nona Sinfonia, ove si esalta il regno della fraternità umana, la vittoria dell'uomo su ciò che fisicamente e moralmente l'opprime, la sua vittoria sulla tirannide politica e su quella delle passioni, la sua libertà. Con la Nona Sinfonia è come se egli, anzi la musica, uscisse appunto dall'ambito della esperienza personale dei sentimenti privati per abbracciare una visione più ampia in cui gli ideali non siano vane ombre, soggettivo riflesso dei desideri, ma vengano affermati e riconosciuti come oggettivamente validi. [...] S'imponeva pertanto di uscire dal chiuso mondo individuale per entrare in uno più vasto, di ritrovare il mondo comune di chi veglia. Mentre vengono ripudiate le vane immaginazioni metafisiche e i sogni individuali, sorge imperioso il bisogno di reintegrare praticamente quei valori di cui ci viene negato il pieno e convincente possesso ideale. Sarà ora il cuore a dare norma alla ragione, a guidare l'uomo senza incertezza, mediante le leggi morali insite in lui, verso i suoi veri fini. La legge dell'amore stringerà tra loro gli uomini come la legge della gravitazione stringe insieme gli esseri nell'universo fisico, ma secondo un ordine anche più alto e mirabile perché non determinato da cieca necessità bensì da libera elezione.»
Le parole scritte dallo stesso Beethoven (e non contenute nella poesia di Schiller) sono riportate in corsivo:
«O Freunde, nicht diese Töne!Sondern laßt uns angenehmereanstimmen und freudenvollere.
Freude, schöner GötterfunkenTochter aus Elysium,Wir betreten feuertrunken,Himmlische, dein Heiligtum! Deine Zauber binden wiederWas die Mode streng geteilt;Alle Menschen werden Brüder,Wo dein sanfter Flügel weilt.
Wem der große Wurf gelungen,Eines Freundes Freund zu sein;Wer ein holdes Weib errungen,Mische seinen Jubel ein!Ja, wer auch nur eine SeeleSein nennt auf dem Erdenrund!Und wer's nie gekonnt, der stehleWeinend sich aus diesem Bund!
Freude trinken alle WesenAn den Brüsten der Natur;Alle Guten, alle BösenFolgen ihrer Rosenspur.Küsse gab sie uns und Reben,Einen Freund, geprüft im Tod;Wollust ward dem Wurm gegeben,Und der Cherub steht vor Gott.
Froh, wie seine Sonnen fliegenDurch des Himmels prächt'gen Plan,Laufet, Brüder, eure Bahn,Freudig, wie ein Held zum Siegen.
Seid umschlungen, Millionen!Diesen Kuß der ganzen Welt!Brüder, über'm SternenzeltMuß ein lieber Vater wohnen.Ihr stürzt nieder, Millionen?Ahnest du den Schöpfer, Welt?Such' ihn über'm Sternenzelt!Über Sternen muß er wohnen.
Freude heißt die starke FederIn der ewigen Natur.Freude, Freude treibt die RäderIn der großen Weltenuhr.Blumen lockt sie aus den Keimen,Sonnen aus dem Firmament,Sphären rollt sie in den Räumen,Die des Sehers Rohr nicht kennt.»
«O amici, non questi suoni!ma intoniamone altripiù piacevoli, e più gioiosi.
Gioia, bella scintilla divina,figlia dell'Elisio,noi entriamo ebbri e frementi,celeste, nel tuo tempio.Il tuo fascino riunisceciò che la moda separò,ogni uomo s'affratelladove la tua ala soave freme.
L'uomo a cui la sorte benevola,concesse il dono di un amico,chi ha ottenuto una donna devota,unisca il suo giubilo al nostro!Sì, chi anche una sola animapossa dir sua nel mondo!Chi invece non c'è riuscito,lasci piangente e furtivo questa compagnia!
Gioia bevono tutti i viventidai seni della natura;vanno i buoni e i malvagisul sentiero suo di rose!Baci ci ha dato e uva,un amico, provato fino alla morte!La voluttà fu concessa al verme,e il cherubino sta davanti a Dio!
Lieti, come i suoi astri volanoattraverso la volta splendida del cielo,percorrete, fratelli, la vostra strada,gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Abbracciatevi, moltitudini!Questo bacio vada al mondo intero!Fratelli, sopra il cielo stellatodeve abitare un padre affettuoso.Vi inginocchiate, moltitudini?Intuisci il tuo creatore, mondo?Cercalo sopra il cielo stellato!Sopra le stelle deve abitare!
Gioia si chiama la forte mollache sta nella natura eterna.Gioia, gioia aziona le ruotenel grande meccanismo del mondo.Essa attrae fuori i fiori dalle gemme,gli astri dal firmamento,conduce le stelle nello spazio,che il cannocchiale dell'osservatore non vede.»
La sinfonia è composta per la seguente orchestra. Gli strumenti e le persone impiegate sono di gran lunga i più numerosi per l'esecuzione di qualsiasi altra sinfonia di Beethoven; tuttavia alla première lo stesso Beethoven li aumentò ulteriormente assegnando due suonatori in più a ciascuna parte dei legni.
Legni
Ottoni
Percussioni
Voci (solo quarto movimento)
Archi