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Arrangiamento per: Organo Pianoforte

Composizione: Organ Concerto in C major (Organ Concerto in do maggiore)

Compositore: Salieri Antonio

Arrangiatore: Alonso del Arte

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Antonio Salieri (Legnago, 18 agosto 1750 – Vienna, 7 maggio 1825) è stato un compositore e insegnante di musica italiano del classicismo, autore sia di musica sacra che operistica. Cittadino della Repubblica di Venezia, trascorse la maggior parte della sua vita alla corte imperiale asburgica di Vienna per la quale fu compositore e maestro di cappella. Salieri ebbe come allievi molti musicisti famosi: Beethoven, Schubert, Liszt, Czerny e Hummel, a dimostrare la validità della sua scuola di composizione.
Fu un musicista eccezionale e un ottimo insegnante; tuttavia, il suo nome è rimasto legato nell'immaginario collettivo ad una presunta rivalità con Wolfgang Amadeus Mozart, che alimentò voci su accuse di plagio e perfino di aver causato la morte del compositore salisburghese, supposizione priva di qualunque fondamento storico ma riproposta da Peter Shaffer nel dramma Amadeus nel 1979 e poi dal regista Miloš Forman nel film omonimo.
La pretesa invidia alla base della sceneggiatura del film e la conseguente inimicizia tra i due compositori è del tutto improbabile, anche perché Salieri riscosse grande celebrità nel corso della sua lunga carriera (Mozart, invece, raggiunse l'apice della fama dopo la morte); inoltre, tra i suoi pupilli vi fu uno dei figli dello stesso Mozart, Franz Xaver Wolfgang.
Antonio Salieri nacque a Legnago, una cittadina in provincia di Verona, da una famiglia di ricchi commercianti, Antonio Salieri (1702-1764) ed Anna Maria Scacchi (1722-1763), il 18 agosto 1750. Si avvicinò alla musica studiando violino con il fratello Francesco (allievo di Giuseppe Tartini) e clavicembalo con un organista della sua città natale, Giuseppe Simoni. Alla morte dei genitori, intorno al 1764, si trasferì assieme al fratello a Venezia, dove continuò i suoi studi. Nel 1766 attirò l'attenzione del Kapellmeister (maestro di cappella) viennese Florian Leopold Gassmann, che si trovava a Venezia per sovrintendere alla messa in scena della sua opera basata sull'episodio di Achille a Sciro e intitolata, appunto, Achille in Sciro.
Il musicista austriaco, che rimase colpito dal talento di Salieri, si affezionò sinceramente al giovane e lo prese con sé. Portatolo a Vienna alla corte di Giuseppe II d'Asburgo, presso cui era dipendente, ne curò personalmente l'istruzione, insegnandogli contrappunto, composizione, latino, tedesco e francese. A corte, Salieri attrasse anche la benevolenza di altri personaggi, tra cui lo stesso imperatore che, alla morte di Gassmann nel 1774, lo nominò successore del maestro defunto, istituendolo, a soli 24 anni, sia Kammerkomponist che direttore musicale dell'opera italiana a Vienna.
Ebbe così inizio una carriera brillante che lo avrebbe portato a diventare maestro di cappella alla corte asburgica, compositore e insegnante di corte. Protetto dell'imperatore e in ottimi rapporti con Gluck, Metastasio e Haydn, Salieri fu uno fra più prolifici autori di musica da camera e musica sacra, ma soprattutto di opere liriche all'italiana del suo tempo.
Salieri esordì nel 1770 con un'opera buffa, Le donne letterate, cui fece seguito, l'anno successivo, Armida (seria) e alcuni anni dopo l'opera che lo avrebbe consacrato nel panorama musicale dell'epoca, L'Europa riconosciuta, commissionatagli dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria per l'inaugurazione, il 3 agosto del 1778, del Nuovo Regio Ducal Teatro (l'attuale Teatro alla Scala) fatto erigere a Milano (la medesima opera salutò il 7 dicembre 2004 la riapertura del teatro scaligero dopo un radicale lavoro di restauro).
Ma la predilezione per il dramma parlato e la riorganizzazione dei teatri di corte, voluta dall'imperatore nel 1776, lasciavano poche opportunità a Salieri per comporre nuove opere a Vienna, e pertanto il musicista rivolse la sua attenzione all'Italia. Tra il 1778 e il 1780 scrisse cinque opere per i teatri di Milano, Venezia e Roma, tutte di argomento comico, a eccezione dell'Europa riconosciuta. Tra le opere buffe di gran lunga più popolari compose La scuola de' gelosi, su libretto di Caterino Mazzolà (scritta per il carnevale di Venezia del 1779), opera che più di ogni altra diffuse la fama di Salieri in tutta Europa. Nel 1780 Giuseppe II lo incaricò di scrivere un singspiel eseguito da cantanti e musicisti del proprio teatro nazionale, una delle uniche due opere in tedesco di Salieri, Der Rauchfangkehrer (1781), che ebbe un notevole successo fino a quando non fu oscurata dal Ratto dal serraglio di Mozart.
Nel febbraio del 1788 l'imperatore concesse a Salieri la carica di Hofkapellmeister, ruolo che già dal 1775 aveva assolto spesso, sostituendo il titolare Giuseppe Bonno quando era malato.
Dopo la morte di Giuseppe II (il 20 febbraio 1790) e con l'ascesa al trono di Leopoldo II, circolarono voci secondo le quali Salieri doveva essere licenziato, oppure che aveva presentato le sue dimissioni da Hofkapellmeister. In realtà, sembra che Salieri abbia chiesto, e ottenuto, di essere esentato dall'obbligo delle prove quotidiane e della direzione delle opere, in cambio del quale accettò di comporre ogni anno una nuova opera per il teatro di corte. I compiti dai quali fu sollevato furono assegnati al suo allievo e protetto Joseph Weigl.
Negli anni '90 del Settecento Salieri, rimasto privo del sostegno di Giuseppe II, non ebbe nemmeno più l'opportunità di scrivere opere per Parigi (tagliato fuori dagli esiti della Rivoluzione), né di usufruire del talento teatrale di Lorenzo Da Ponte (caduto in disgrazia presso la corte) e senza la stimolante rivalità di Mozart (morto nel '91). Nel 1794 rinnovò il contatto con De Gamerra e insieme scrissero tre opere per i teatri di corte: Eraclito e Democrito, Palmira regina di Persia e Il moro. La prima e la terza ebbero un discreto apprezzamento (con meno di 20 rappresentazioni nei teatri di corte), mentre Palmira riscosse il maggior successo di tutte le altre sue opere tarde. L'ultimo collaboratore italiano di Salieri, Carlo Prospero De Franceschi, gli fornì libretti per tre opere eseguite nel 1799 e nel 1800, tra cui Falstaff (1799). L'ultima opera completa di Salieri, Die Neger, ricevette scarsi applausi nel 1804.
Come Hofkapellmeister, Salieri curò la scelta dei nuovi strumentisti e cantanti di corte, supervisionò l'acquisto degli strumenti e mantenne la biblioteca musicale in buone condizioni. I registri della cappella reale per il periodo dal 1820 sino al suo pensionamento nel 1824 mostrano che per i servizi regolari scelse più frequentemente le messe di Albrechtsberger, Joseph e Michael Haydn, Georg Reutter il giovane, Eybler, Leopold Hofmann e Mozart.
Fra le sue trentanove composizioni per il teatro si ricordano: Armida (1771), La scuola de' gelosi (1778), Der Rauchfangkehrer (1781), Les Danaïdes (1784), attribuita in un primo tempo allo stesso Gluck, Prima la musica e poi le parole (1786), Tarare (1787), La grotta di Trofonio, Eraclito e Democrito, Axur, Re d'Ormus (1788), Palmira, regina di Persia (1795), Falstaff, ossia le tre burle (1799), tema tratto da Le allegre comari di Windsor di Shakespeare che sarebbe stato poi ripreso da Giuseppe Verdi per il suo Falstaff.
Da segnalare anche il dramma giocoso in due atti Il mondo alla rovescia, rappresentato per la prima volta in tempi moderni il 14 novembre 2009 al Teatro Salieri di Legnago (Verona). Fra le composizioni strumentali spiccano due concerti per pianoforte e orchestra e un concerto per organo scritti nel 1773, un concerto per flauto, oboe e orchestra del 1774, un insieme di ventisei variazioni su La Follia di Spagna (1815) e le numerose serenate. Salieri ha scritto anche alcuni deliziosi concertini (della durata di circa dieci minuti) e una pregevole fuga.
Negli ultimi anni della sua vita, Salieri diventò cieco e fu ricoverato in ospedale; in tale periodo il compositore si sarebbe autoaccusato della morte di Mozart, come lui membro della Massoneria.
Salieri morì a Vienna il 7 maggio 1825, a 74 anni; il suo corpo fu sepolto nel Matzleinsdorfer Friedhof e le sue spoglie vennero poi trasferite al Zentralfriedhof (cimitero maggiore) di Vienna. Al suo funerale, Schubert, suo allievo prediletto, diresse il Requiem in do minore che lo stesso Salieri aveva scritto nel 1804 per la propria morte. Il suo monumento funebre è ornato da un'iscrizione composta dal suo allievo Joseph Weigl:
Riposa in pace! Non coperta di polvere l'eternità ti è riservata. Riposa in pace! In eterne armonie si è dissolto il tuo spirito. Egli ha espresso sé stesso in note incantevoli ora è salpato verso l'eterna bellezza.
Gli anni duemila hanno visto una rivalutazione della figura artistica di Salieri. Presso il Teatro Salieri di Legnago (VR), sua città natale, nella quale è attiva una fondazione culturale anch'essa intitolata al compositore, si svolge il Salieri Opera Festival. Il teatro Salieri è stato inaugurato il 19 aprile 2000 dalla prima esecuzione in tempi moderni dell'oratorio su testo di Pietro Metastasio La Passione di Gesù Cristo. Nella medesima occasione si è svolto il Convegno Internazionale di Studi (Legnago 18 - 19 aprile 2000) Antonio Salieri (1750-1825) e il teatro musicale a Vienna: convenzioni, innovazioni, contaminazioni stilistiche. Nell'ambito della manifestazione, nell'autunno 2004 si è tenuta la prima rappresentazione in epoca moderna di Il ricco d'un giorno, su testo di Lorenzo Da Ponte. Nel 2009 la Fondazione Culturale Antonio Salieri, in collaborazione con la Fondazione Arena di Verona, nell'ambito del festival ha prodotto per la prima volta in tempi moderni Il mondo alla rovescia su libretto di Caterino Mazzolà. Nel 2009 e 2010 il Salieri Opera Festival ha prodotto un concerto-pièce intitolato Ringraziamento all'Arte ch'io professo nel quale Ugo Pagliai ha interpretato il ruolo di Salieri accompagnato dall'orchestra Accademia Secolo XXI con la partecipazione del soprano Fiorella Burato; nel 2010 e 2011 lo spettacolo di danza Varietas Delectat, con la regia di Antonio Giarola eseguito da RBR Dance Company su musiche interamente tratte dal repertorio salieriano e rappresentato nella primavera del 2012 a San Pietroburgo nel Teatro dell'Ermitage. Il mezzosoprano Cecilia Bartoli ha registrato un album di arie delle opere di Salieri.
Parte della sua produzione strumentale è stata pubblicata su compact disc: due sinfonie in re maggiore (la Veneziana e il Giorno Onomastico), due concerti per pianoforte e le Variazioni sulla Folia di Spagna.
Pur nel suo isolamento Beethoven si interessa a tutto, è informato di tutto. Tra i personaggi di questa cronaca quotidiana registrata nei Quaderni si incontra Salieri, che fu per qualche tempo maestro di Beethoven, ma che non gode alcuna simpatia nella sua cerchia. [...] Schindler si fa portavoce delle calunniose dicerie che correvano su di lui a Vienna. «Salieri sta di nuovo malissimo. È completamente abbattuto. Delira sempre [dicendo] che egli è colpevole della morte di Mozart e che gli ha dato il veleno». Beethoven deve mostrarsi incredulo se Schindler ribatte: «è la verità, poiché egli vuole confessarsene; così tutto si paga». E il nipote Karl di rincalzo: «Ora si dice apertamente che Salieri sia l'assassino di Mozart»(Luigi Magnani, Beethoven nei suoi quaderni di conversazione, p. 167).
La musica di Salieri e di Mozart, dal punto di vista tecnico-compositivo, si presenta con caratteri molto simili. In alcuni casi, nemmeno un orecchio esperto saprebbe distinguere con certezza la musica dell'italiano da quella del salisburghese. All'epoca ebbe sicuramente peso il desiderio di valorizzare i teatri musicali nazionali, ancora in gran parte sotto l'influenza della musica italiana (la presenza di Salieri a corte era la conferma del persistere di questa autorevolezza), esigenza fortemente sentita, legata anche alla volontà di affermazione della sovranità delle corti locali.
Nel 1783 Mozart aveva covato sospetti verso Salieri, secondo una lettera del 2 luglio al padre Leopold. Lo storico Alexander Wheelock Thayer, ipotizza che tali sospetti potrebbero essere stati determinati da un episodio accaduto una decina di anni prima, quando Salieri gli fu preferito nel ruolo di insegnante di musica della principessa del Württemberg. L'anno seguente Mozart non fu nominato neppure insegnante di pianoforte della principessa.
Nel 1786 la prima rappresentazione delle Nozze di Figaro registrò il giudizio negativo sia del pubblico che dell'imperatore; il compositore accusò Salieri del fallimento, reo di averne boicottato l'esecuzione («Salieri e i suoi accoliti muoverebbero cielo e terra pur di farlo cadere», commentò il padre di Mozart, Leopold, riferendosi all'insuccesso del figlio in quella occasione). Va rilevato che però a quell'epoca Salieri era impegnato per la messa in scena della sua opera Les Horaces, ed è difficile che abbia potuto ordire e manovrare il tutto dalla Francia, dove si trovava.
Molto più probabilmente, sempre stando a Thayer, ad istigare Mozart contro Salieri potrebbe essere stato il poeta Giovanni Battista Casti, rivale del poeta di corte Lorenzo Da Ponte, autore del libretto di Figaro. Una conferma indiretta di quanto la diatriba Mozart-Salieri possa essere stata montata ad arte viene dal fatto che, quando nel 1788 Salieri fu chiamato in carica come Kapellmeister, anziché proporre per l'occasione un'opera propria, preferì curare l'allestimento di una riedizione delle stesse nozze di Figaro.
La leggenda secondo la quale Mozart sarebbe stato avvelenato da Salieri, pur essendo priva di fondamento, ha ispirato diversi artisti nel corso dei secoli.
Il poeta e scrittore russo Aleksandr Sergeevič Puškin nel 1830 scrisse Mozart e Salieri (precedentemente intitolato Invidia), un brevissimo dramma in versi facente parte di Malenkie tragedii (Маленькие трагедии, Piccole tragedie), in cui Salieri, distrutto dalla raggiunta consapevolezza di non possedere il genio cristallino di Mozart, uccide quest'ultimo avvelenandolo. Nel 1979 la televisione sovietica ne fece un film TV dal titolo Piccole tragedie, diretto da Mikhail Shveitser. Il ruolo di Salieri fu interpretato da Innokentij Michajlovič Smoktunovskij. In merito all'opera di Puškin si è detto: «Se Salieri non ha ucciso Mozart, di sicuro Puškin ha ucciso Salieri».
Nel 1898, al Teatro Solodovnikov di Mosca, andò in scena la prima dell'opera Mozart e Salieri del compositore russo Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov. La musica è ispirata e dedicata al compositore Aleksandr Sergeevič Dargomyžskij, mentre il libretto è tratto, con alcuni lievi tagli, dalla piccola tragedia di Puškin; l'opera si divide in due sole scene. La sera della prima, le variazioni sulla musica di Mozart furono eseguite da Sergej Vasil'evič Rachmaninov.
È del 1978 un successivo adattamento della vicenda mozartiana: con Amadeus, infatti, il drammaturgo Peter Shaffer conquista i teatri di Londra. La vicenda prende le mosse del lavoro di Puškin e ne amplia la portata. Rimane l'invidia di Salieri e il Requiem commissionato da un uomo vestito di nero (Salieri mascherato), ma il tutto viene approfondito e, soprattutto, la narrazione avviene ad opera di Salieri stesso. Il testo subisce diverse modifiche, fino alla versione definitiva del 1981.
Nel 1984 il dramma di Shaffer viene portato al cinema da Miloš Forman con Amadeus, dove però sono ammorbiditi i lati negativi del personaggio di Salieri. Anche se nella versione rimasterizzata del film del 2002 sono state ripristinate alcune scene "forti", il Salieri cinematografico (interpretato da F. Murray Abraham) è decisamente meno negativo di quello del dramma di Shaffer.
Due sono le opere di Salieri di recente pubblicazione, per i tipi della casa editrice lucchese OTOS: Falstaff e La grotta di Trofonio, entrambe preparate dal musicologo e compositore Filiberto Pierami.