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Adriano Banchieri

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Composizioni per: Clarinetto

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Adriano Banchieri, nato Tommaso Banchieri (Bologna, 3 settembre 1568 – 1634), è stato un musicista, compositore, poeta e monaco italiano del tardo Rinascimento e dell'inizio dell'era barocca.
Noto anche come Adriano da Bologna e con gli pseudonimi: Attabalibba dal Perù, Camillo Scaligeri della Fratta e il Dissonante.
Nato da una nobile famiglia, originaria della lucchesìa, entrò nell'ordine dei monaci Olivetani nel 1587, per prendere i voti nel 1590, cambiando nome da Tomaso ad Adriano. Uno dei suoi insegnanti presso il monastero fu Gioseffo Guami, organista di Lucca, che ne influenzò lo stile.
La sua attività d'organista cominciò presso il monastero di San Michele in Bosco, a Bologna, proseguendola, poi, ad Imola (1600-1606), Gubbio (1606-1609), Venezia e Verona. Nel 1610 fu chiamato come organista dell'abbazia di Monte Oliveto Maggiore e nel 1611 nuovamente a San Michele in Bosco. Qui divenne la figura centrale della vita musicale bolognese: nel 1615 fondò l'Accademia dei Floridi, poi ricostituita nel 1623, sotto la guida di Girolamo Giacobbi con la denominazione di Accademia dei Filomusi, ove Banchieri prese il soprannome di Dissonante. Nel 1624 fu insignito del titolo di abate onorario. Ebbe certamente relazioni, anche solo epistolari, con i maggiori compositori a lui contemporanei, come Frescobaldi, Artusi, Monteverdi, Caccini, e altri. Ciò si evince dalle sue "Lettere harmoniche", nelle quali si trovano anche preziose notizie cronologiche sulle sue opere e sulle opere altrui, oltre ad una sintesi della propria biografia. Banchieri, inoltre, è ritenuto il primo compositore che impiegò la sbarra di misura nelle partiture vocali. (Diz. Musicale Larousse, ediz. italiana, 1961)
Ricchissima e multiforme fu la creatività di Banchieri; l'opera di questo insolito monaco musicista e letterato, non solo è testimonianza di un'operosità certo superiore alla media, ma denota anche una viva curiosità e una capacità d'indagine e di critica sorprendenti nelle sue varie discipline. La sua produzione teorica non è da separarsi, per una corretta analisi, dall'intensa attività pratica, esercitata non solo come musicista, organista e compositore, ma anche come organizzatore delle manifestazioni liturgiche-musicali, della sua chiesa, come insegnante, come animatore della vita musicale, e fondatore di accademie. Si occupò, infine, anche della costruzione di strumenti musicali, citato nell'edizione del 1611 de L'organo suonarino.
Banchieri fu soprattutto un grande innovatore dell'armonia, con le sue tesi sulla dissonanza che chiamò "novello stile". Una sintesi, ancorché ponderosa, di tali tesi è costituita dalla lunga introduzione al "Festino nella sera del giovedì grasso avanti cena". Quest'opera, considerata dai più il suo capolavoro per la bellezza di alcuni brani (fra cui il celebre "Madrigale a un dolce usignolo" e lo straordinario "Contrappunto bestiale alla mente") è composta da 21 madrigali a 5 voci miste (il 22° è uguale al primo, ma con il testo cambiato) preceduti da due versi recitati che ne anticipano il contenuto.
Come Orazio Vecchi, Banchieri era interessato - quando il melodramma era ancora alle origini - a trasformare il madrigale per uso drammatico. Fu uno degli autori che svilupparono la forma del madrigale dialogico, che assunse varie denominazioni, come, tra le altre, quella di commedia madrigalistica, commedia armonica, o, ancora, madrigale drammatico o rappresentativo. Si trattava, per lo più, di raccolte di madrigali che, eseguiti uno di seguito all'altro, raccontavano una storia (come ad esempio il Festino nella sera del giovedì grasso avanti cena e la Barca di Venezia per Padova).
In passato tale forma musicale è stata considerata appunto uno dei più importanti precursori dell'opera come la si conosce oggi, anche se la maggior parte dei musicologi attualmente la ritiene piuttosto uno sviluppo distinto.
Banchieri fu inoltre un importante compositore di canzonette, forma musicale più leggera del madrigale e molto popolare nel tardo XVI secolo.
Nell'ambito dell'attività letteraria esercitata da Banchieri sotto lo pseudonimo di Camillo Scaligeri (o Scaligeri) della Fratta, le opere di maggior interesse sono le commedie in prosa, nelle quali si trovano mescolati il toscano e 3 o 4 dialetti diversi. La struttura è quella tipica del teatro cinquecentesco, con una molteplicità di trame che in realtà sono riconducibili ad un unico intreccio, molto simile da una commedia all'altra.
Banchieri fu uno dei più importanti didatti musicali del XVII secolo. Pubblicò trattati e raccolte di musica didattica indirizzati più all'allievo che al maestro, mostrandosi in questa scelta un autentico innovatore. La sua produzione in questo campo comprende 7 trattati teorici:
Il testo di Giulio Cesare Croce noto come Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno fu arricchito nel 1620 da Adriano Banchieri con una novella in cui appare il nipote di Bertoldo: Cacasenno.