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Leonardo Vinci

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Composizioni per: Clavicembalo

#Parti per: Clavicembalo
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10 Vocal Pieces, D-B Slg Landsberg 280

Parti per: Clavicembalo

Artaserse
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Leonardo Vinci (Strongoli, 1696 – Napoli, 27 maggio 1730) è stato un compositore italiano, tra i massimi rappresentanti della scuola musicale napoletana.
Studiò con Gaetano Greco presso il Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo, dove era entrato il 14 novembre del 1708. Nel 1719 fu nominato maestro di cappella presso Paolo di Sangro, principe di Sansevero, ed ebbe modo di dar lezioni al nipote di costui, Raimondo. In questo periodo compose le sue prime opere, in napoletano, che ottennero un buon risultato: Lo cecato fauzo, rappresentata a Napoli presso il Teatro dei Fiorentini, e Le ddoje lettere. Il buon avvio fece sì che Vinci divenisse uno dei compositori più richiesti presso lo stesso teatro, per cui scrisse almeno otto commedie segnando anche l'affermazione, insieme a Leonardo Leo, di questo genere musicale nel panorama napoletano. Un notevole successo lo ottenne con l'opera Li zite ‘n galera scritta nel 1722 e rappresentata presso il teatro di San Bartolomeo. Successivamente compose altre opere rappresentate presso il Teatro nuovo (La mogliera fedele, ultima sua commedia, e La festa di Bacco) e iniziò a dedicarsi al genere serio con Publio Cornelio Scipione.
A seguito della notorietà ottenuta, venne invitato a Roma nel 1724 dove fece rappresentare il Farnace, composta sopra il libretto d'Antonio Maria Lucchini. In quest'opera, rappresentata con straordinario successo al Teatro Alibert, cantarono Domenico Gizzi, Virtuoso della Real Cappella di Napoli nel ruolo di Farnace e Carlo Broschi, detto Farinelli. Nello stesso anno scrisse due opere per la città di Napoli e nel 1725 ne compose una per quella di Venezia: l’Ifigenia in Tauride. Nel 1725, fino alla sua morte, venne assunto presso la cappella reale di Napoli come provicemaestro. Nel Carnevale del 1726 presentò a Roma, al Teatro delle Dame (ex Teatro Alibert) uno dei suoi capolavori, la Didone Abbandonata su libretto di Metastasio, in cui cantarono Domenico Gizzi, Farfallino e Antonio Barbieri. Nel 1728 si aggregò alla confraternita del SS. Rosario presso la chiesa di Santa Caterina a Formiello a Napoli e nello stesso anno, dopo la morte di Gaetano Greco, ottenne anche il posto di maestro di cappella presso il Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo ove ebbe tra i suoi allievi Pergolesi. Quest'occupazione, tuttavia, durò poco in quanto nell'ottobre dello stesso anno venne sostituito da Francesco Durante. Fu uno dei maggiori rappresentanti del teatro operistico del suo tempo, mise in musica sei libretti di Metastasio: Didone abbandonata, Siroe re di Persia, Catone in Utica, La Semiramide riconosciuta, Alessandro nell'Indie e Artaserse. La sua ultima opera, Artaserse appunto, venne rappresentata nel 1730 a Roma. Nello stesso anno Vinci morì in circostanze non chiare. Pare che fosse un amante del bel vivere, secondo le testimonianze del Metastasio e del Frugoni, e, secondo una leggenda, sarebbe deceduto a seguito d'un avvelenamento. Fu sepolto nella chiesa di Santa Caterina a Formiello, grazie all'interessamento della sorella del cardinal Ruffo che provvide a sostenere le spese, dato che il musicista era morto povero.
La produzione di Leonardo Vinci comprende, oltre ad opere buffe e serie, anche oratori, musica sacra, pasticci e composizioni strumentali.
Una delle caratteristiche della musica di Leonardo Vinci è la spiccata melodiosità, tratto per altro tipico della scuola napoletana. Nelle opere teatrali ciò diventa particolarmente evidente, in quanto la riduzione del contrappunto all'essenziale consente alla linea vocale di risaltare.