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Pasquale Anfossi

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Il geloso in cimento
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Pasquale Anfossi (Taggia, 5 aprile 1727 – Roma, febbraio 1797) è stato un compositore e violinista italiano che si cimentò con successo in tutti i generi musicali del suo tempo.
Fu acclamato e grande operista, la sua produzione dal 1774 al 1789 conta circa 40 opere, sia serie sia comiche, rappresentate nei maggiori teatri dell'epoca: Napoli, Roma, Pistoia, Venezia, Milano, Bologna, Firenze, Pisa, Prato, Torino, Reggio Emilia e, all'estero, Parigi, Vienna, Dresda, Londra e Praga, solo per citare alcune città che lo accolsero.
Nato a Taggia, in provincia di Imperia, cominciò gli studi musicali con il padre per completarli a Napoli presso il Conservatorio di Santa Maria di Loreto. Vi studiò dapprima violino con Francesco Barbella, e successivamente composizione con Francesco Durante e Niccolò Piccinni. Anfossi fu compositore fecondo cimentandosi con successo in tutti i generi musicali.
Esteban de Arteaga, letterato e teorico musicale spagnolo, nelle sue Rivoluzioni del 1785 lo definisce così: «ritrovatore facile e fecondo massimamente nel buffo, e che forse ottiene fra i compositori lo stesso luogo che Goldoni fra i poeti comici». Dopo aver esordito a Napoli con le opere Lo sposo di tre e marito di nessuna, scritto in collaborazione con Pietro Alessandro Guglielmi, Il finto medico (1764), La fiammetta generosa (1766), firmata con il Piccinni, I matrimoni per dispetto (1767), e a Venezia nel 1769 con l'opera seria Cajo Mario, dal 1771 Anfossi tenta il successo a Roma, presentato e protetto dall'amico e maestro Piccinni, benché Anfossi fosse di un anno più anziano di questi.
Si eseguono l'opera giocosa I visionari e l'intermezzo, scritto con Carlo Franchi, Il Barone di Rocca Antica, su testo del Petrosinelli, dati entrambi al Teatro delle Dame.
L'esito di questi due lavori, non fu dei più entusiasmanti ma il vero trionfo arrivò nel 1773 sempre al Teatro delle Dame con La Giannetta, ossia L'incognita perseguitata, opera buffa che il Petrosinelli autore del libretto scrisse attingendo dal Goldoni. In questa occasione il suo successo fu completo e dopo la bonne-fille di Piccinni, rappresentata tredici anni prima, mai nessun'altra opera aveva scatenato un entusiasmo simile a quello che suscitò L'incognita perseguitata. Successivamente l'opera La finta giardiniera scritta nel 1773 per il Teatro delle Dame di Roma, consacrò il compositore di Taggia grande operista, destituendo definitivamente il Piccinni dal favore del pubblico non solo romano ma di tutta Europa, giacché quella stessa opera fu eseguita nelle maggiori città italiane ed estere con grandissimo successo. Dal 1771 al 1780 Anfossi fu maestro del Coro dell'Ospedale dei Derelitti (Ospedaletto) a Venezia per il quale scrisse numerosi mottetti solistici, antifone mariane e Oratori. Successivamente, già celebre operista, si recò a Parigi, infatti qui si conoscevano La finta giardiniera che tenne i palcoscenici a lungo, Il geloso in cimento e Il matrimonio per inganno.
L'amministrazione dell'Opéra scelse l'occasione del suo soggiorno nella capitale francese, per far eseguire l'incognita perseguitata che era stata parodiata da Rochefort sotto il titolo de L'infante de Zamora. Nel 1781 lo vediamo a Londra (sembra motivasse l'abbandono della capitale francese con l'insofferenza verso lo stile dei cantanti francesi) in qualità di Direttore dell'Opera Italiana carica che conserverà fino al 1783, quindi Anfossi parte alla volta di Praga e Berlino, dove rappresentò Il trionfo di Arianna e Il cavalier per amore. Il suo ritorno in patria fu contrassegnato dalla realizzazione di un'opera buffa intitolata Chi cerca trova, rappresentata a Firenze nel 1784. Dopo aver composto musica per diversi altri teatri sparsi un po' ovunque in tutta la penisola, ritornò a Roma nel 1787 diventando cinque anni dopo maestro di cappella presso la Cappella musicale Pia Lateranense in San Giovanni in Laterano.
Oltre al teatro d'opera, Pasquale Anfossi coltivò l'oratorio, la musica sinfonica (67 sinfonie, concerti e altro) e la musica sacra.
Anfossi fu tra i protagonisti della Scuola musicale napoletana, insieme a Pietro Alessandro Guglielmi, Niccolò Piccinni e Tommaso Traetta, e ai più giovani Giovanni Paisiello e Domenico Cimarosa condurrà l'Opera buffa ai massimi splendori. Pasquale Anfossi nelle sue Opere riesce a sviluppare una tenera e aggraziata vena lirica che è in grado di balzare facilmente al comico utilizzando procedimenti che saranno ripresi successivamente anche da Paisiello.
Nell'Opera seria la produzione dell'Anfossi è rivolta con decisione nel senso della riforma di Gluck e Traetta. La sua originalità pur svoltasi su binari consueti è improntata a una musicalità di grande potenza drammatica.
Il suo felice contributo alla Musica sacra vede una buona produzione di Messe, Antifonie, Oratori ecc. Nell'Oratorio il suo lavoro più apprezzato fu La Betulia liberata, altri oratori Sant'Elena al Calvario, Giuseppe riconosciuto (su testo del Metastasio), Ester ed Il Sacrificio di Noè.
Inoltre Anfossi fece parte della nutrita schiera di cultori della Sinfonia, Forma musicale che la Scuola musicale napoletana con l'enorme numero di musicisti che qui si formarono a partire da Alessandro Scarlatti consolidò e sviluppò. Tra le sinfonie più celebri si può annoverare l'ouverture da Il geloso in cimento (J. D22), catalogata da Joyce L. Johnson nel 1983 e conosciuta sotto il falso nome di "Sinfonia Venezia" che compariva nel frontespizio di un manoscritto ritrovato a Napoli e così riportato nel libretto a cura di Sandro Cappelletto del CD "Sinfonie Napolitane" edito da Antes Concerto - Milano nel 1997 ed eseguita dall'Orchestra da Camera di Napoli diretta da Enzo Amato.
Nella critica musicale successiva sono stati riconosciuti gli influssi di Anfossi sull'opera di Mozart. Il compositore salisburghese era stato a Napoli appena quattordicenne, nel 1770, con il padre Leopold, e conobbe probabilmente la musica di Anfossi in questa occasione. Successivamente scrisse delle arie per le opere Il curioso indiscreto e Le gelose fortunate di Anfossi in occasione di due rappresentazioni a Vienna nel 1783 e nel 1788.
Due importanti musicologi di inizio secolo, Georges du Parc Poulain Saint-Foix e Theodor Wyzewa, nella loro monumentale monografia su Mozart in cinque volumi, segnalano un particolareggiato confronto fra la partitura de La finta giardiniera di Anfossi e quella di Mozart. I due studiosi rilevano molte analogie fra le due opere, constatando che spesso il Salisburghese seguì gli schemi formali dell'opera dell'Anfossi e ne riprese persino l'invenzione ritmica.