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Francesco Maria Veracini

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Nice e TirsiViolin Concerto in D major (Concerto per violino in re maggiore)
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Francesco Maria Veracini (Firenze, 1º febbraio 1690 – Firenze, 31 ottobre 1768) è stato un compositore e violinista italiano.
Dapprima allievo dello zio Antonio (figlio a sua volta del violinista Francesco), fu considerato in Italia come il maggiore violinista del suo tempo, dopo la morte di Corelli. Nacque a Firenze verso il 1690. Studiò musica e in particolare composizione presso la cattedrale di Firenze. Nel 1711 andò a Venezia iniziando la sua carriera peregrinante, e qui forse conobbe Tartini. Nel 1714 si portò a Londra dove dominava la figura di Haendel; qui ebbe modo di conoscere Francesco Geminiani. L'anno dopo andò a Düsseldorf dove compose e dedicò all'Elettore Johann Wilhem, l'oratorio "Mosè al Mar Rosso". All'età di ventinove anni si recò a Venezia dove eseguì vari concerti con una tale maestria da averne un notevole successo tanto che Tartini, si convinse di non poter rivaleggiare con lui, e si ritirò ad Ancona dedicandosi a nuovi studi. Nello stesso anno (1719) Veracini fece un viaggio a Londra dove ebbe modo di suonare negli intermezzi delle opere, suscitando anche qui il più vivo entusiasmo. Scelse infatti di fermarsi in Inghilterra dove rimase circa due anni, considerato come un prodigio di abilità.
Nel 1720 giunse a Dresda ed ottenne i titoli di compositore e di virtuoso dal re di Polonia. Sfortunatamente il suo orgoglio, pari al suo talento, urtò in molte occasioni l'amor proprio degli artisti del violino, in special modo quello di Pisendel, maestro di concerto del re. Quest'ultimo risolse di vendicarsi e a tale scopo, fece studiare uno dei suoi concerti dai più mediocri violinisti della sua orchestra, finché non lo suonò perfettamente, poi, seguendo l'uso di quest'epoca, portò a Veracini, davanti al re, la sfida di suonare un concerto a prima vista. Il virtuoso superò egregiamente questa prova, ma il ripienista lo eseguì dopo di lui con la sicurezza e la precisione che non si può avere in un assolo che dopo averlo lungamente studiato.
L'umiliazione che Veracini provò in quell'occasione, fu così profonda che si ammalò seriamente. In un accesso di febbre, si gettò dalla sua finestra il 13 agosto 1722 e fu abbastanza fortunato a non rompersi altro che la gamba. Dopo la sua guarigione lasciò Dresda e si recò a Praga dove entrò al servizio del conte Kinsky. Dopo un lungo soggiorno in Boemia, fece ritorno in Inghilterra e diede dei concerti a Londra nel 1730, ma senza riscuotere lo stesso successo di un tempo. Si trovò il suo stile vecchio e il paragone con quello di Geminiani non l'aiutò. Di ritorno in Italia nel 1747, si ritirò a Pisa in una modesta dimora. Morì nel 1768.
A questo compositore è stato dedicato un asteroide dal nome 10875 Veracini