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Gregorio Allegri

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Composizioni per: Timpano

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Gregorio Allegri (Roma, 1582 circa – Roma, 17 febbraio 1652) è stato un compositore, presbitero e cantore italiano.
Sacerdote, cantore e compositore, Gregorio Allegri nacque a Roma nel 1582. Fu il primo dei tre figli del cocchiere milanese Costantino ad essere iscritto dal padre nella prestigiosa scuola di S. Luigi dei Francesi a Roma; pochi anni dopo lo seguiranno, in ordine, i fratelli Domenico e Bartolomeo. Le notizie contenute nel contratto di ingresso presso S. Luigi, rivelano che, diversamente da quanto ritenuto da Fétis, Gregorio non apparteneva alla famiglia del Correggio; il suo cognome derivava da quello del nonno paterno Allegro (il padre era infatti «Constantinus quon[dam] Alegri»).
Dal 24 maggio 1591, «in nono suae aetatis anno», fu alloggiato presso il maestro di San Luigi, Giovanni Bernardino Nanino, con il quale conviveva anche il fratello Giovanni Maria Nanino; lì svolse il suo apprendistato, ed ebbe quali compagni Gregorio Picher, Simeone Huguet, Vincenzo Ugolini, Antonio Cifra, Filippo Fortani, a cui subentrò il fratello più piccolo di Gregorio, Domenico Allegri, e un Giacomo Antonio.
A giugno 1596, all'età di quattordici anni, mutò voce e ottenne in liquidazione uno scudo per il servizio prestato in cappella. Cinque anni dopo (giugno 1601), fece istanza presso la congregazione di San Luigi per ricevere aiuto e gli fu concesso uno scudo al mese, a patto di cantare nelle funzioni dei giorni festivi, servizio che continuò a prestare come tenore fino al giugno 1604. Nel 1602, 1603 e 1604 la sua paga fu riscossa per alcuni mesi dal fratello Domenico, ma il 31 luglio del 1604 il pagamento fu cancellato, e al posto della consueta firma per quietanza si legge «recessit».
Nel 1619, gli fu accordato un beneficio nella cattedrale di Fermo. Fu in quel periodo che pubblicò i concerti a due, tre e quattro voci e i mottetti a due, tre, quattro, cinque e sei voci.
Papa Urbano VIII lo ammise nel collegio dei cappellani cantori e nella cappella pontificia il 6 dicembre 1629, con il ruolo di contralto. Andrea Adami riportò su Gregorio Allegri: «Egli ebbe poca abilità nel canto, mà la stima grande che di lui faceva tutta la professione della Musica, diè motivo al Papa di farlo ricevere per Cantore nella sua Cappella».
Più tardi ottenne un altro beneficio nella cattedrale di Tivoli, che, secondo quanto afferma Alberto Cametti, non era vincolato alla residenza; si tratterebbe perciò di una concessione particolare poiché il beneficio ecclesiastico, consistente in una rendita economica, era legato all'obbligo della residenza.
Nel 1650 fu nominato maestro pro tempore della Cappella Sistina, dove rimase fino alla sua morte avvenuta alle tre antimeridiane del 17 febbraio 1652. Fu inumato a Santa Maria in Vallicella nella cripta del collegio dei cantori della cappella vaticana. Andrea Adami disse ancora di lui «era anco aggiunta alla sua virtù una singolar bontà di costumi. Tanto a i poveri, che aveva sempre alla sua porta di Casa, quanto a i carcerati, che quotidianamente visitava, faceva larghe limosine, come mi ha attestato un suo scolare ancor vivente Uomo degno d'ogni credito».
Il brano che diede la celebrità a Gregorio Allegri fu il Miserere, composto all'epoca del suo servizio per la Cappella Sistina. Nel 1770 Mozart riscrisse a memoria il brano, di cui la Cappella era gelosa al punto tale che il papa aveva vietato di prestarne la musica a chiunque. Senza voler sminuire il Salisburghese, va detto che l'impresa, tuttavia, non fu particolarmente eccezionale, dal momento che «la musica dei primi due versetti del salmo si ripete, alternata, sino alla fine per cinque volte». Le fonti tramandano che un notevole contributo alla suggestione suscitata da quel brano, era l'esecuzione; questa era infatti affidata ai cantori istruiti alle prassi esecutive della tradizione locale, secondo cui la musica scritta era soggetta a variazioni, diminuzioni, cadenze ed effetti espressivi, tanto da rendere la composizione irriconoscibile agli inesperti che ne realizzarono la lettura pedissequa.
Mottetti in 1618, 1619, 1621, 1623, 1625, 1626, 1626, 1639
Alcuni mottetti di Allegri sono stati anche inseriti da Fabio Costantini nella raccolta Scelta di motetti di diversi eccellentissimi autori a due, tre, quattro e cinque voci, Roma, 1618. Un gran numero di composizioni inedite era conservato a Roma nell'archivio di Santa Maria in Vallicella e nel collegio dei cappellani cantori della cappella pontificia. L'abate Giuseppe Baini cita particolarmente un mottetto e una messa a otto voci, Christus resirgens ex mortuis. Esistevano, inoltre, due collezioni preziose conservate nel Collegio Romano, con il titolo varia musica sacra ex bibliotheca Altaempsiana, iussu J.D. Angeli ducis ab Altaemps collecta che contengono diverse composizioni di Allegri, segnatamente, concerti per più strumenti. Athanasius Kircher ne ha tratto un brano pubblicato nella sua Musurgia (tomo I, p. 487). Si trovavano poi in partitura, presso la biblioteca musicale dell'abbate Santini, le Lamentazioni per la settimana santa e gli Improperia a due cori, il mottetto Salvatorem expectamus a sei voci, i salmi Dixit Dominus e Beatus vir, e infine i mottetti Domine Jesu Christe e Libera me, Domine tutti composti da Allegri.