Compositori

Francesco Mancini

Voce
Soprano
Violino
Alto
Flauto dolce
Orchestra
Mixed chorus
Basso
Flauti
Clavicembalo
Secular cantatas
Cantate
Concerto
Opere
Arie
Musica sacra
Sonata
Toccata
Opera seria
Messa
per popolarità

#

12 Recorder Sonatas2 Toccate di cembalo per studio22 Vocal pieces, F-Pn RES VMC MS-6546 Vocal Pieces, I-Nc Cantate 181

A

A creder ch'io t'adoro, WM 2Agitato mio pensiero, WM 4Ah non v'è maggior tormento, WM 5Ahi che moro e ristoro, WM 6Al fine o Clori amataAlessandro il grande in SidoneAlla sua Clori in seno, WM 8All'estremo di vitaAll'or che ad altr'oggetto, WM 10All'or ch'il dio di Delo, WM 9Ama tigre crudel, WM 14Amo infelice e pur amandoAmor faretrato sei troppo spietato, WM 16Amor t'intendo sì, WM 18Amor, tiranno AmorArdo tacito amante, WM 21Assai più di quel che sei, WM 22

B

Barbara gelosia, fuggi dall'alma mia

C

Cara qual'or mi giri, WM 26Care mura beateCelinda non è mecoCelinda, anima mia, WM 29Cieli ditemi, come potrò, WM 35Come sì presto, oh Dio, WM 43Con troppa gelosiaConcerto a quattro in E minorCrudo Amor, mendace Dio

D

Dal fatale momentoDaliso anima miaD'amore onesto e fido, WM 49Date tregua un sol momento, WM 53Del più fiero rigoreDi costante pensier matura legge, WM 57Dir vorrei quel bel contento, WM 60Dolce ardore del nume ch'adoroDolce istinto d'amore, WM 63Dolce, tiranno amoreDorme la rosa, WM 66

E

E qual pieta' crudele, WM 74E quando, oh bella FilleEcco a voi cari sassi, WM 79Ed è pur vero, oh DioEsamina mio core, WM 81Essere innamorato e non poterlo dir

F

Filli mia, tu infedeleFra le pene tiranne, WM 88

G

Gelosia che dell'alme toglie la cara pace, WM 89Già disciolto Fileno havea quel laccioGiunto del mio morire, WM 95Gli amanti generosi

I

Il bianco piè della più bella diva, WM 96Io son povera pellegrinaIo volubile o cara, WM 99

L

Là dove il bel Sebeto, WM 102La rondinella trapassa il mar, WM 103L'Arianna, WM 31Lasciami solo in pene, WM 105Lidio rendimi il core, WM 107Lumi cari del mio bel sole, WM 111Lungi dal tuo sembiante, WM 112L'usignol colà cantado

M

Mentre in grembo al riposo, WM 114Mio cor, perché sospiriMissa in D majorMitilde o dio Mitilde, WM 117

N

Nel fatale momento, WM 119Nel mirarti, oh mia bellaNo, non voglio più catene, WM 124Non ha più pene, WM 127

O

O se potessi amar, WM 128

P

Pecorelle correte a quel fonte, WM 136Perche mai luce amorosePiangete, occhi dolenti, WM 139Piangi la tua sventura, WM 141Più dell'onda e più del vento

Q

Quando la notte impera, WM 174Quanto dolce è quell'ardoreQuanto mai saria più bello

R

Recorder Concerto in D minor (Registratore Concerto in re minore)Recorder Concerto in E minorRecorder Concerto in G majorRecorder Concerto in G minor (Registratore Concerto in G minor)Ricordati mio cor, WM 151

S

Se a languir ti condanna, WM 157Se nascessero mille amori, WM 160Si begl' occhiSolitudini care voi consolate il coreSon cosi geloso, WM 170Stanca di più soffrire dell'estivo leon, WM 172Stelle spietateSu le sponde del Tebro

T

Tinte a note di sangue, WM 183Tormentata da cruda lontananza, WM 186Trajano

V

Vincesti Cupido, vincesti, WM 199

Z

Zelo animato, ovvero Il gran profeta EliaZirene bella, amato nume

È

È nobil vanto del bendato arciero, WM 72
Wikipedia
Francesco Mancini (Napoli, 16 gennaio 1672 – Napoli, 22 settembre 1737) è stato un compositore e organista italiano.
Appartenente al ramo di Napoli dell'illustre famiglia Mancini, si formò musicalmente al Conservatorio della Pietà dei Turchini della città natale, dove fu ammesso nel 1688 come studente d'organo; nell'istituto studiò per sei anni e fu allievo di Francesco Provenzale e Gennaro Ursino. Terminati gli studi intraprese la propria attività d'organista, che agli inizi del XVIII secolo lo portò ad entrare al servizio del viceré, il marchese di Villena e duca di Escalona, e nel 1704 come principale organista della cappella reale napoletana. Nel 1696 iniziò anche la sua attività di compositore d'opere debuttando il dramma boscareccio (pastorale) Il nodo sciolto e ligato dall'affetto, o vero L'obligo e l disobligo vinti d'amore. Alcuni anni più tardi, nel 1708, fu nominato maestro della cappella reale, carica che però tenne solamente per pochi mesi, in quanto nel dicembre di quell'anno Alessandro Scarlatti tornò a Napoli e prese il posto di Mancini e quindi quest'ultimo venne quindi degradato a vice-maestro; tuttavia nel 1718 egli ottenne la garanzia di sarebbe succeduto a Scarlatti, quando costui avesse lasciato vacante questa prestigiosa posizione. Nel 1720 acquisì la direzione del Conservatorio di Santa Maria di Loreto contribuendo alla formazione di una nuova generazione di compositori napoletani. Nel 1725 Scarlatti morì e Mancini, come era previsto, fu reintegrato nel posto di titolare della cappella, che mantenne sino alla morte. Nel 1735 fu colpito da un ictus che lo fece rimanere semi-paralizzato sino alla morte che sopraggiunse due anni più tardi.
L'attività compositiva di Mancini fu più produttiva nel periodo in cui fu assistente di Scarlatti presso la cappella reale di Napoli; tuttavia essa subì un primo decremento dopo la sua nomina a direttore della Pietà dei Turchini e uno successivo con la reintegrazione a direttore della cappella reale. La sua opera è copiosa: egli scrisse molte opere liriche, parecchie serenate e cantate per celebrare occasioni speciali, molti lavori vocali sacri e diversi lavori strumentali. Egli rimase quasi tutta la vita a Napoli, viaggiò solamente qualche volta a Roma per mettere in scena alcuni suoi lavori teatrali. La sua musica stilisticamente si colloca nel periodo di transizione che intercorre tra la generazione di Alessandro Scarlatti e quella dei compositori che diffonderà l'opera napoletana in tutta Europa.
Il suo stile di trapasso è evidente soprattutto nelle sue numerose opere, quasi tutte drammi per musica o drammi pastorali, le quali sono caratterizzate principalmente da uno stile patetico, dall'utilizzo di strumentazioni molto colorite e presentano sia elementi arcaici, come la struttura contrappuntistica, rapidi cambi di tonalità e la parte del basso continuo molto veloce, sia moderni, come la maggior estensione delle sezioni delle arie e l'uso del pedale armonico.
La sua musica sacra fu molto popolare all'epoca ed ebbe una larga diffusione in tutta Europa. Essa comprende anche parecchi oratori, tra i quali si ricorda Il zelo animato.