Compositori

Pauline Viardot

Pianoforte
Voce
Orchestra
Violino
Violoncello
Soprano
Mixed chorus
Flauti
Alto
Baritono
Canzone
Melodia
Danza
Piece
Opere
Duetto
Mazurca
Airs
Secular choruses
Choruses
per alfabeto
Cendrillon, VWV 200510 Mélodies (10 Melodies)Une heure d'étude, VWV 10016 Mélodies, VWV 1133-1137/11766 Chansons du XVe siècle (6 canzoni del XV secolo)6 Mélodies et un DuoLe rêve de Jésus, VWV 10746 Mélodies et une havanaise12 Poems by Pushkin, Fet and Turgenev6 Morceaux, VWV 3003Rêverie, VWV 102412 Mélodies sur des Poésies RussesCanzonetta de concertBonjour mon cœur!, VWV 10725 Canti Popolari ToscaniAirs italiens du XVIII siècle2 Pieces for Piano (2 Pezzi per pianoforte)Le chêne et le roseau, VWV 103612 Mazurkas de Frédéric ChopinAlbum de Mme. Viardot-Garcia6 Mélodies. Deuxième série2 Airs de Ballet6 MelodiesPoésies ToscanesLamento, VWV 1139Mazourke, VWV 30123 Lieder after Eduard MörikeLe dernier sorcier, VWV 20025 Poems by Goethe, Pushkin, Mörike, Geibel and PohlLa Jota, VWV 4041Canzonetta de Concert, tirée du 17ème quatuor de J. Haydn, VWV 4014Rossignol, rossignolet, VWV 1071Désespoir, VWV 11383 Waltzes by Franz SchubertLes cavaliers, VWV 4039Scène d’Hermione, VWV 1007Choeur des ElfesLa Marquise, VWV 1053Les Attraits, VWV 1052La Veillée de la Saint-Sylvestre, VWV 2008
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Michelle Ferdinande Pauline García, passata alla storia come Pauline Viardot (Parigi, 18 luglio 1821 – Parigi, 18 maggio 1910), è stata un mezzosoprano, pianista e compositrice francese, di origini spagnole.
Figlia del grande tenore Manuel García e sorella di Maria Malibran, che morì però quando lei aveva solamente 15 anni, intraprese dei solidi studi musicali, sotto la guida del padre, per quanto riguarda il canto, con Reicha per quanto riguarda la composizione e con Liszt e Meysemberg per il pianoforte. Alla morte prematura del patriarca, la sua educazione canora passò nelle mani della madre, il soprano Joaquína Sitchez: questa la indirizzò alla fine verso la carriera di cantante, inducendola ad abbandonare il prediletto pianoforte, al quale Pauline rimase comunque legata tutta la vita producendosi sovente come pianista, anche a quattro mani con la sua grande amica Clara Schumann.
Pauline García diede il suo primo récital canoro a Bruxelles all'età di sedici anni nel 1837 con Charles Auguste de Bériot e debuttò in palcoscenico a Londra, nel maggio 1839, nel ruolo di Desdemona nell'Otello di Rossini. Il successo riscosso fu tale da indurre il direttore del parigino Théâtre des Italiens, Louis Viardot, ad ingaggiarla immediatamente e a farla esordire nella capitale francese, nel mese di ottobre, con lo stesso ruolo di Desdemona. Meno funambolica, su un piano strettamente vocale, della sua defunta sorella, fu per le sue doti drammatiche, intellettuali e musicali che riuscì a lasciare una profonda traccia di sé.
Anche su consiglio di un'altra grande amica, George Sand, Pauline accettò di sposare Viardot, che era di oltre venti anni più anziano di lei, nel 1840 e fu con il suo cognome maritale che si affermò definitivamente, passando alla storia come una delle più grandi cantanti dell'Ottocento. Nel dicembre 1841 nacque a Parigi la prima figlia della coppia, Louise Héritte-Viardot, che diventerà una musicista. Pauline sarebbe stata per George Sand il modello per la figura della protagonista del suo romanzo, Consuelo, una cantante italo-spagnola del XVIII secolo.
Pochi anni, alcuni dei quali trascorsi nella compagnia del Teatro Imperiale di San Pietroburgo al fianco di personalità del calibro del tenore Giovanni Battista Rubini, del baritono Antonio Tamburini e del contralto Marietta Alboni, le furono sufficienti per imporsi: divenuta amica di Meyerbeer interpretò per lui il ruolo di Fidés ne Il profeta nel 1849, mentre Berlioz volle riadattare per la sua voce l'Orfeo ed Euridice di Gluck (1859), in una versione che sarebbe diventata per un secolo la base di quelle correnti di repertorio (nel 1861 un'analoga operazione fu ripetuta per l'Alceste dello stesso autore); Gounod per parte sua le affidò il ruolo protagonistico nella sua opera Saffo (1851) con l'aria «Ô ma lyre immortelle». Nel 1849 partecipò alle esequie solenni di Frederik Chopin interpretando la parte di contralto nella Messa di Requiem di Mozart, nell'Église de la Madeleine a Parigi.
Nel 1855 La Viardot volle acquistare, con il sacrificio di una parte consistente della sua fortuna, la partitura autografa del Don Giovanni di Mozart, del quale ella aveva interpretato il ruolo di Zerlina a San Pietroburgo, mentre suo padre ne era stato un formidabile protagonista.
Fin dalla sua permanenza in Russia negli anni '40 la Viardot aveva stretto un rapporto strettissimo con il grande scrittore russo Ivan Turgenev, che visse per tutto il resto della sua vita a stretto contatto, quasi in coabitazione, con i coniugi Viardot. Le rispettive residenze di campagna, a Bougival, separate, ma edificate sullo stesso terreno, sono state oggi trasformate in musei: sulla vera natura del rapporto tra la cantante e lo scrittore appare oggi difficile decifrare se si trattasse di un grande amore e se fosse invece soltanto reciproca ammirazione.
Dopo il suo ritiro dalle scene nel 1863, si stabilì a Baden-Baden dedicandosi all'insegnamento, riservato ad allieve di sesso femminile (per qualche tempo anche al Conservatorio di Parigi, dove aveva insegnato pure il fratello Manuel García) e si esibì ancora in concerto, nell'oratorio di Massenet, Marie-Magdeleine (Parigi, 11 aprile 1873), e nella prima esecuzione pubblica (Jena, 3 marzo 1870) della Rapsodia per contralto che Johannes Brahms aveva composto come regalo di nozze per la figlia di Clara e Robert Schumann.
Ella si dedicò altresì alla composizione di liriche per voce e pianoforte e di diverse opere da camera su libretti di Turgenev o suoi propri (tra i quali ultimi Cendrillon nel 1903).
Al suo primo affacciarsi sulle scene parigine, all'inizio del 1839, Berlioz rilasciò un giudizio stroncatorio nei confronti della sorellina della Malibran: «Mlle Pauline Garcia mi è risultata molto sgradita, non valeva la pena fare tutto questo chiasso per un tale asserito talento, è una diva mancata.» Dopo pochi mesi tuttavia, il compositore francese ebbe modo di ricredersi pubblicando sul «Journal des Débats», la seguente argomentata rivalutazione, che capovolgeva completamente la sua precedente impressione ed apriva la strada ad un rapporto di stima che sarebbe culminato con le produzioni gluckiane di fine anni Cinquanta: «La voce di Mlle Garcia, eguale in tutti i registri, giusta, vibrante e agile, si eleva dal fa grave al do sovracuto, e cioè per due ottave e una quinta, e tale estensione è immensa perché riunisce tre generi vocali che non si trovano mai insieme: il contralto, il mezzosoprano e il soprano.».
L'estensione della voce della Viardot, in effetti, è rimasta leggendaria ed è dimostrata dall'ampiezza e dalla varietà del suo repertorio: da Rossini (Tancredi, Otello, La Cenerentola, La gazza ladra, Semiramide), a Bellini (La sonnambula, Norma), da Beethoven (Fidelio) a Meyerbeer (Gli Ugonotti, oltre alla già citata Il profeta), da Mozart a Donizetti (Lucia di Lammermoor), da Gluck fino ad arrivare a Verdi (Macbeth e Trovatore nel ruolo di Azucena) e a Massenet. Ma la Viardot, degna epigona della famiglia García, eccelleva anche nell'agilità, nel fraseggio, nella tecnica, e possedeva una notevole carica drammatica.
Genio musicale e teatrale, la Viardot, scomparsa quasi nonagenaria all'epoca del grammofono, ha portato con sé, nella tomba, il suono della sua voce che Saint-Saëns, il quale aveva dedicato a lei il suo capolavoro Samson et Dalila, volle paragonare al gusto delle arance amare.