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Johann Simon Mayr

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12 Lieder beim Klavier zu singenConfitebor No.5

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La Lodoiska
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Johann Simon Mayr, anche: Mayer o Maier (Mendorf, vicino ad Ingolstadt, 14 giugno 1763 – Bergamo, 2 dicembre 1845), è stato un compositore e insegnante di musica tedesco.
Fu uno dei maggiori operisti in Europa tra l'ultimo decennio del Settecento e il primo dell'Ottocento. Attivo principalmente in Italia, fu in questo paese conosciuto maggiormente con il nome di Giovanni Simone Mayr. Fu maestro di Gaetano Donizetti quando nel 1806 a Bergamo diede vita alle Lezioni caritatevoli di musica.
Johann Simon era il secondo dei cinque figli di Josef Mayr, insegnante e organista, e di Maria Anna Prantmayer, figlia di un birraio di Augusta. Iniziò a studiare musica in tenera età con il padre, dimostrando subito una buona predisposizione per questa materia: a sette anni sapeva cantare a prima vista e a nove anni era già un affermato pianista (suonava soprattutto i lavori di Johann Schobert); sempre nello stesso anno iniziò a comporre i suoi primissimi lavori (dei Lieder) e diventò membro del coro della chiesa ove operava il padre. Nel 1774 entrò gratuitamente nel collegio dei Gesuiti di Ingolstadt e nel 1781 nell'università della stessa città, dove studiò teologia e diritto canonico. Contemporaneamente agli studi, per mantenersi, prestò servizio come organista della cattedrale della sua città. Senza aver ricevuto alcun insegnamento teorico, proseguì da autodidatta nell'apprendere la tecnica di vari strumenti musicali e, nel 1786 pubblicò le sue prime composizioni a Ratisbona, una raccolta di 12 Lieder (Lieder bei dem Clavier zu singen).
L'anno seguente al seguito del suo protettore, il barone Tommaso de Bassus, si recò a Poschiavo, in Svizzera, e nel 1789 fu a Bergamo, dove studiò con Carlo Lenzi, all'epoca maestro di cappella della Basilica di Santa Maria Maggiore. Tutto questo però non soddisfece il compositore bavarese, che fu sul punto di lasciare l'Italia e di tornarsene a Ingolstadt. Ma il conte Pesenti lo convinse a rimanere e a recarsi a Venezia per studiare con Ferdinando Bertoni, maestro di cappella della Basilica di San Marco e noto compositore di opere e musica sacra. A Venezia Mayr studiò con Bertoni ed ebbe occasione di venire a contatto con l'ambiente teatrale italiano, nonché con la musica sacra e strumentale in voga. Durante questo periodo scrisse il suo primo oratorio, Jakob a Labano fugiens, la sua prima messa, diversi vespri e cantate.
Grande importanza ebbe l'incontro che ebbe con Niccolò Piccinni e Peter Winter, i quali lo incoraggiarono a intraprendere la carriera di operista. Mayr debuttò nell'ambiente teatrale nel 1794, con l'opera seria Saffo, al Teatro La Fenice, dove già probabilmente prestava servizio come violista. Mise in scena due anni più tardi nel medesimo teatro il suo secondo lavoro, La Lodoiska, che riscosse un buon successo; con la sua prima opera buffa, Un pazzo ne fa cento, rappresentata nello stesso anno, egli fu consacrato compositore di fama, venendo considerato uno dei migliori operisti dell'epoca; le sue opere vennero presto rappresentate nei maggiori palcoscenici d'Europa (Milano, Venezia, Genova, Roma, Napoli, Parigi, Vienna, Berlino, Monaco e Dresda). Lo stesso anno sposò Angiola Venturali, figlia di mercante veneziano, la quale però morì l'anno successivo durante il parto del suo primo figlio, che perì prematuramente un mese dopo la nascita; sposò quindi nel 1804 la sorella più giovane, Lucrezia Venturali.
La città lagunare, che lo vide formarsi musicalmente, fu il punto principale di riferimento per la rappresentazione dei suoi lavori teatrali: nei primi anni della sua carriera di operista scrisse 17 opere appositamente per i teatri veneziani e altre 14 negli anni seguenti. Tuttavia il raggio d'azione di Mayr andava ben oltre i confini di Venezia, infatti negli anni della maturità mise in scena diversi lavori (sia di stampo comico che serio) in varie città dell'Italia settentrionale e centrale; nell'Italia meridionale, invece, non riuscì ad ottenere grandi successi. La sua prima opere che diede fuori Venezia fu al Teatro alla Scala di Milano, dove nel 1799 diede una revisione della Lodoiska, ma il suo primo lavoro composto appositamente per questa città fu L'equivoco, rappresentato al Teatro alla Scala l'anno successivo con Teresa Belloc-Giorgi. Milano, dopo Venezia, fu la città che vide il maggior numero di prime di rappresentazioni di Mayr, ben 13 opere. Altri lavori furono messi in scena a Trieste, Piacenza, Bologna, Brescia e Torino. Nel 1808 fu a Roma dove diede I cherusci e a nel 1813 a Napoli, dove rappresentò la Medea in Corinto e altri tre lavori.
I successi di Mayr sin dal suo debutto nei teatri furono immediati e si diffusero rapidamente in tutta Europa. Non sorprende quindi che ricevesse numerosissime offerte di prestigiose e remunerate cariche da Milano, Napoli, Roma, Londra, Vienna, San Pietroburgo, Dresda e da Parigi, dove Napoleone gli offrì il posto di maestro di cappella presso la corte imperiale. Ma egli rifiutò tutte queste ambite posizioni, accettando solamente nel 1802 la "modesta" offerta di diventare maestro di cappella presso la Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, dove era stato studente in gioventù, grazie anche all'interessamento di Tommaso de Bassus.
Presso questa città fu attivissimo nella comunità, contribuendo alla fondazione di istituzioni culturali. L'Istituto Musicale di Bergamo trae origine dalle Lezioni caritatevoli di musica - che sostituì il vecchio Collegio Mariano soppresso da Napoleone nel 1802 - istituite da Simone Mayr nel 1806 per dare ai ragazzi delle classi sociali meno abbienti un'istruzione e quindi un mezzo di sostentamento. Mayr vi diventò direttore e insegnante di composizione, scrisse vari lavori teorici e tradusse molti esercizi e trattati per la scuola. Gaetano Donizetti fu tra i primi suoi studenti e certamente il più illustre: entrò nella scuola nel 1806 e vi rimase per otto anni. Nel 1822 collaborò all'organizzazione dell'Unione Filarmonica, un'associazione di professionisti di musica, dilettanti e studenti, e nel 1823 fu eletto presidente dell'Ateneo di Scienze, Lettere, ed Arti, carica che tenne per una decina d'anni.
Ormai all'apice della carriera operistica, iniziò a nascere in lui un'avversione per la vita operistica dei maggiori centri italiani. Infatti durante la sua attività si ritirò dai teatri per ben due volte. La prima nel 1806, dopo che fu vittima di un intrigo alla Scala di Milano durante l'allestimento della sua opera Eraldo ed Emma. La seconda dopo il fiasco de I cherusci al Teatro Argentina di Roma. Infine si ritirò definitivamente nel 1824, dopo aver messo in scena la sua ultima opera, Demetrio.
Da questo momento in poi si dedicò esclusivamente alla composizione di musica sacra per la basilica bergamasca. Si occupò inoltre dell'arrangiamento dei lavori dei maestri viennesi, collaborò alla Gazzetta musicale di Milano e fu consulente per la Casa Ricordi.
Dal 1822 iniziò ad essere sempre più afflitto da un problema di cataratte agli occhi; fallito il tentativo di un'operazione nel 1826, la sua vista deteriorò sempre più sino a portarlo alla quasi totale cecità. Nel 1838 fece una visita a sua sorella in Baviera, dove fu ben accolto dalla locale comunità musicale. Nel 1844 morì la sua seconda moglie e Mayr si spense l'anno successivo nella sua casa di Bergamo all'età di 82 anni. Nella Basilica di Santa Maria Maggiore posto accanto al monumento funebre del Donizetti, vi è il suo monumento, composto da un gruppo di tre angeli in concerto, opera di Innocenzo Fraccaroli inaugurata nel maggio del 1852 e offerta dalla città come ringraziamento al compositore.
Come il suo protettore Tommaso de Bassus, fu membro della massoneria e dell'Ordine degli Illuminati di Baviera (con il nome Aristotiles) e membro della Loggia L'Oriente di Bergamo .
Le opere di Mayr vengono da tempo considerate i più importanti collegamenti tra l'opera del XVIII secolo e il melodramma del XIX secolo. Egli iniziò a comporre lavori teatrali nel nuovo stile napoletano, che ebbe in Domenico Cimarosa e Giovanni Paisiello i maggiori esponenti, e introducendo attraverso le sue trattazioni orchestrali fondamentali mutamenti stilistici nell'opera italiana. Sotto l'influenza della scuola di Mannheim, di Haydn e Mozart, della scuola parigina di Gluck, nonché di Cherubini e dell'opera della rivoluzione francese, sviluppò un linguaggio orchestra dell'opera degno di nota, il quale presentava una strumentazione molto colorata e un vocabolario armonico ricco. Egli ebbe sicuramente una notevole influenza su Rossini e gli altri compositori successivi.
Mayr produsse un copiosissimo repertorio di musica sacra. Le sue prime composizioni furono scritte durante i suoi anni di studio e nel 1791 vide la luce il suo primo oratorio, Iacob a Labano fugiens, pubblicato postumo. Scrisse in tutto 12 oratori, i quali seguono la tipica maniera italiana: sono formati da due parti, la prima delle quali preceduta da una breve sinfonia, un coro introduttivo con parti per solisti, e via via una sequenza di recitativi, ariosi, arie e duetti sino al coro conclusivo della prima parte; tranne per la sinfonia introduttiva, la seconda parte segue la struttura della prima. I suoi più noti oratori sono gli ultimi che compose: Samuele, Sisara, Atalia, San Luigi Gonzaga. Gli lavori sacri comprendono 18 messe, 7 requiem e oltre 700 lavori sacri minori.
Scrisse inoltre 60 cantate secolari per uno o più solisti, coro e orchestra, molte delle quali furono scritte per occasioni particolari come ad esempio per celebrare un compleanno, un matrimonio o per onorare la morte di una personalità illustre. Non tralasciò nemmeno la musica strumentale, che include oltre 50 sinfonie per orchestra e altre per tastiera, due concerti per pianoforte, un quintetto per archi e due dozzine di lavori per sestetto, settetto e ottetto di fiati. Infine produsse numerosi scritti, che realizzò principalmente per i propri allievi delle Lezioni Caritatevoli.