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Ettore Pozzoli

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Ettore Pozzoli (Seregno, 22 luglio 1873 – 9 novembre 1957) è stato un pianista, compositore e didatta italiano. Divenuto famoso per i suoi esercizi per pianoforte e le sue raccolte di solfeggi.
Fu allievo di Ferroni, Appiani e di Disma Fumagalli. Quando morì sua figlia, Elsa, di tre anni, Pozzoli iniziò a dedicarsi completamente alla musica dal punto di vista didattico. Nel 1943 si ritirò a vita privata con la moglie Gina Gambini a Seregno. Dopo aver ricevuto vari riconoscimenti, tra cui la Croce di Cavaliere nell'Ordine della Corona d'Italia e la nomina a Professore Emerito del R. Conservatorio Musicale G. Verdi di Milano, il 16 dicembre 1953 ricevette la medaglia d'oro come "cittadino illustre".
Nel 1959 nacque a Seregno il "Concorso Pianistico Internazionale Ettore Pozzoli" a cadenza biennale, fortemente voluto dalla moglie di Pozzoli esaudendo così il sogno del compositore, che era quello di aiutare i giovani pianisti ad abituarsi alla critica e al pubblico. Il primo concorso fu vinto da Maurizio Pollini.
Durante la 12ª edizione del concorso (1981) un allievo di Pozzoli, il maestro Giuseppe Mariani, ricordò così il suo insegnante:
«Nel 24º anniversario della morte del Maestro Ettore Pozzoli "un vecchio scolaro" ricorda con particolare venerazione la figura del suo maestro. Didatta straordinario, sapeva rendere piacevole anche la parte più pesante dello studio musicale. I suoi solfeggi infatti sono piccoli capolavori musicali per forma e contenuto, ricchissimi di una particolare, personale melodiosità specie nei cantati. Queste sue composizioni rivelano sempre un discorso razionale, logico, musicalmente perfetto e didatticamente validissimo, tanto che esse sono adottate anche all'estero. Le sue qualità veramente eccezionali di didattica emergono in particolare nell'insegnamento del setticlavio. Severo ed intelligente si compiaceva di scorgere nei giovani allievi una scintilla di genialità e, pur senza facili ottimismi, li sapeva incoraggiare e spronare. Religiosissimo, coltissimo, estremamente garbato e sensibile, visse sempre con grande semplicità e signorilità, sentimenti che riservò anche nell'ultimo addio agli amici, gli stessi per i quali poco tempo prima aveva suonato, in occasione del suo 80º compleanno, ancora a memoria, brani di Bach, dei suoi autori preferiti e proprie composizioni in stile classico. Di spirito arguto e brillante, spiritosissimo, vero figlio della Brianza, era un famoso motteggiatore. Sapeva cogliere gli aspetti essenziali dei fatti e delle vicende anche minute di ogni giorno, riproponendoli in termini apparentemente paradossali ma sostanzialmente corrispondenti al vero.»