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Philippe de Monte

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7 Masses

A

A l'apparir del solAd te, Domine, levavi animam meamAhi chi mi romp'il sonnoAhi dove lasso me prieghi e paroleAmor, che sol de i cor leggiadri ha curaArdo, sospiro e piango, e sì mi piaceAsperges me, DomineAssumpta est Maria in caelum

B

Benedictio et claritasBonjour mon coeur (Ciao il mio cuore)

C

Chi non sà come altrui duo chiari lumi

D

Dico, che da quel punto, ch'infiammarsiDittes maitresseDolce mia vita, da cui vivo e moro

F

Factum est silentiumFantasia sopra Que me servent (Fantasia sopra Que me servitore)

G

Gaudent in caelis animae SanctorumGià avea l'eterna mano d'ogni sua stellaGiunto m'à Amor fra belle et crude braccia (Giunto m'a Amor fra belle et crude braccia)

H

Hodie nobis cœlorum Rex

I

I begl'occhi und'ioInclina cor meum (Inclinazione meum cor)

L

La bocca, onde l'asprissimeLa donna che ’l mio cor nel viso portaLa grand' amour (Il grande amore)Laudate Dominum

M

Ma non di minor fregioMadrigali a 3 voci, Libro 1 (Madrigali a 3 Voci, Libro 1)Madrigali a 4 voci, Libro 1Madrigali a 4 voci, Libro 2Madrigali a 4 voci, Libro 3Madrigali a 4 voci, Libro 4Madrigali a 5 voci, Libro 1 (Madrigali a 5 Voci, Libro 1)Madrigali a 5 voci, Libro 10Madrigali a 5 voci, Libro 3 (Madrigali a 5 Voci, Libro 3)Madrigali a 5 voci, Libro 4 (Madrigali a 5 Voci, Libro 4)Madrigali a 5 voci, Libro 5 (Madrigali a 5 Voci, Libro 5)Madrigali a 5 voci, Libro 7 (Madrigali a 5 Voci, Libro 7)Madrigali a 5 voci, Libro 8 (Madrigali a 5 Voci, Libro 8)Madrigali a 5 voci, Libro 9Madrigali à 6 voci, Libro 1 (Madrigali à 6 Voci, Libro 1)Madrigali à 6 voci, Libro 2 (Madrigali à 6 Voci, Libro 2)Madrigali à 6 voci, Libro 3Madrigali à 6 voci, Libro 4Madrigali spirituali a 5 voci, Libro 1Madrigali spirituali a 6 voci, Libro 1Magnificat octavi toni (Magnificat Octavi toni)Magnificat primi toniMentr'ameranno i nudi pesci l'ondeMissa Aspice DomineMissa super BenedictaMissa Ultimi miei sospiriMotetti, Libro 4

N

Ne pur si duro esilio e lontanzaNon vedete voi donna il mio tormento

O

O beata colei, ch'al fin puo direO chi potra mai ben chiuder'in versiO mia lieta ventura, hor quale stellaO suavitas et dulcedoO voi ch'avete di pietade il visoOime dov'è'l mio core?Ove lontan da la mia fida luce

P

Peccantem me quotidiePie Jesu, virtus meaPoi c'hor è dolce ogni passato scempio

Q

Qual più scontento amante alberga in terraQuel desir, c'hebbi in sù la vista prima

R

Regina coeli laetare

S

Satiati Amor, ch'à piu doglioso amanteS'io odo alcun felice, e lieto amanteSpesso à consiglio i miei pensier convocoStella quam viderant magiSuper flumina BabylonisSurrexit Pastor bonus (Pastor bonus surrexit)

V

Vago monte, fiorite ombrose piaggeVerament'in amoreVerbum caro factum estVissimi un tempo in dolce foco ardendoVolentier canterei de vostri honori (Volentier Canterel de VOSTRI Honori)Vostro fui, vostro son, e sarò vostro
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Philippe de Monte (Mechelen, 1521 – Praga, 4 luglio 1603) è stato un compositore fiammingo. Prolifico madrigalista, si espresse con grande autorevolezza nelle messe e nei brani religiosi. È stato senza dubbio, e resta, uno dei grandi del suo tempo.
Philippe de Monte (il cognome è una italianizzazione del fiammingo "Van den Berge") ricevette i primi insegnamenti dell'arte musicale nella Cattedrale di San Rombaldo della sua città, dove faceva parte del coro. La sua storia di compositore ebbe come teatro mezza Europa: a partire dalle Fiandre, la Germania, l'Italia, l'Austria, l'Inghilterra e la Boemia. Spirito indipendente e amante del viaggiare, si spostò sempre spesso, sicché a volte risulta difficile seguirne i movimenti, almeno sino al 1568. Dai contemporanei De Monte venne descritto come un uomo pacato, sensibile, dai modi gentili come quelli di una giovane.
Nel 1540 fu certamente a Napoli, dove per quattro anni insegnò musica presso Gian Vincenzo e Cosma Pinelli, suoi allievi. Nel 1544, a 33 anni, si trasferì a Roma, impiegato presso il cardinale Orsini, e pubblicò il suo primo libro di madrigali a 5 voci. Quest'opera contribuì non poco a procurargli una vasta reputazione, specie presso l'alto clero e le famiglie nobili italiane, come si deduce dalla dediche che egli premetteva alle sue composizioni.
Nel 1554 lo troviamo ad Anversa, chiamato da Filippo II di Spagna durante il periodo in cui costui fu sposato alla regina d'Inghilterra Maria Tudor (o Maria "la cattolica"), affinché dirigesse la sua cappella reale inglese. Ma De Monte, ancora giovane, non amava avere padroni e restare troppo a lungo nello stesso posto. Pertanto l'incarico di Filippo II non durò a lungo ed egli tornò in Italia, per poi continuare a viaggiare sino al 1568 quando, mentre si trovava a Roma, fu chiamato dall'imperatore Massimiliano II d'Asburgo a sostituire Jacobus Vaet in qualità di Maestro di Cappella della corte imperiale.
Questo incarico e le incombenze che ne derivavano, che egli peraltro conservò sinché visse, lo dovettero impegnare assai e lo condussero a Vienna e a Praga, secondo le necessità della corte, limitando i suoi spostamenti. Ma non del tutto: tornò infatti nei Paesi Bassi nel 1570 e nel 1582 si recò ad Augusta, dove risiedeva l'amico banchiere Giovanni Fugger, al quale aveva dedicato una composizione; nel 1593 fu anche a Ratisbona, al seguito dell'imperatore Rodolfo II d'Asburgo, figlio di Massimiliano, che si recava alla Dieta. E, in quella occasione, conobbe Orlando di Lasso.
Rientrato a Praga, sempre come Maestro di Cappella, vi conobbe il connazionale Carolus Luython. Morì nella stessa città qualche anno più tardi, il 4 luglio del 1603.
La produzione di De Monte, assai copiosa e in prevalenza di carattere religioso, è indiscutibilmente di livello assai elevato, sia sotto il profilo dell'espressività che sotto quello della tecnica. Fu infatti più volte paragonato a Orlando di Lasso, e di lui fu detto che con De Monte, Palestrina, Gabrieli e Di Lasso, il madrigale toccava il punto più alto del suo tempo. Il Mann afferma che i madrigali di De Monte, già dalla prima pubblicazione del 1544, « sono i primi e più maturi frutti delle composizioni a 5 voci » (Brian Robert Mann, 1983). In realtà De Monte non può essere considerato sul medesimo piano di Di Lasso. Egli non attinge ai vertici dell'universalità di quest'ultimo e appare anche più limitato nel tipo di atmosfere musicali che riesce ad evocare (dal gioioso al penitenziale) rispetto ai grandi del suo tempo. Vi è però da considerare che si tratta pur sempre di un autore « innovativo, con uno stile in continua evoluzione e l'uso frequente di cromatismi e di tessiture omofoniche » (Lindell, 2001). E inoltre che « la dolcezza e la delicata sensibilità della sua natura si accordano particolarmente con le tendenze elegiache del madrigale italiano » (Charles Van den Borren, 1961).
Nato nella patria nordica del madrigale e cresciuto nella scuola italiana, De Monte s'innamorò della forma e dell'espressione madrigalistica. Ciò spiega la vastissima produzione di madrigali che egli compose in numero superiore a quelli di tutti i suoi contemporanei, a differenza della "canzone francese" di cui si trovano esempi solo nelle raccolte collettive. De Monte appartiene comunque alla terza generazione dei madrigalisti che, con l'uso sistematico e strutturale della dissonanza, aprirà le porte al "novello stile" del Banchieri e alle "dolcissime follie" di Gesualdo.
Ma il genere prediletto da De Monte resta comunque la Messa e la composizione religiosa, anche solo considerando il numero di opere giunte sino a noi. Dalla composizione della Messa, così articolata e ispirata, e che egli tratta con estrema abilità e sensibilità, emerge l'identificazione di De Monte con la spiritualità liturgica, nonché tutta la sua capacità virtuosistica. Diversi brani, inoltre, ci mostrano la particolare pietas con cui De Monte trattava i testi sacri. Ad esempio il mottetto a 6 voci "O bone Jesu", (C. Van den Borren, 1951). Ciò contribuisce a disegnare meglio la sua variegata ma coerente personalità.
De Monte pubblicò sempre in Italia, anche opere con testo tedesco. Una stesura dell'Opera completa di De Monte fu iniziata nel periodo fra le due guerre da Van Doorslaer, Van Nuffel e Van den Borren. Sino al 1957 essa comprendeva 31 volumi con 22 Messe, 1 libro di Magnificat, 1 libro di madrigali profani, 1 libro di madrigali spirituali, diversi mottetti, canzoni francesi e brani da intavolatura per liuto. Il lavoro si arrestò probabilmente in quegli anni.