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Compositori

2 Toccate di cembalo per studio

Compositore: Mancini Francesco

Strumenti: Clavicembalo

Tags: Toccata

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Wikipedia
Francesco Mancini (Napoli, 16 gennaio 1672 – Napoli, 22 settembre 1737) è stato un compositore e organista italiano.
Appartenente al ramo di Napoli dell'illustre famiglia Mancini, si formò musicalmente al Conservatorio della Pietà dei Turchini della città natale, dove fu ammesso nel 1688 come studente d'organo; nell'istituto studiò per sei anni e fu allievo di Francesco Provenzale e Gennaro Ursino. Terminati gli studi intraprese la propria attività d'organista, che agli inizi del XVIII secolo lo portò ad entrare al servizio del viceré, il marchese di Villena e duca di Escalona, e nel 1704 come principale organista della cappella reale napoletana. Nel 1696 iniziò anche la sua attività di compositore d'opere debuttando il dramma boscareccio (pastorale) Il nodo sciolto e ligato dall'affetto, o vero L'obligo e l disobligo vinti d'amore. Alcuni anni più tardi, nel 1708, fu nominato maestro della cappella reale, carica che però tenne solamente per pochi mesi, in quanto nel dicembre di quell'anno Alessandro Scarlatti tornò a Napoli e prese il posto di Mancini e quindi quest'ultimo venne quindi degradato a vice-maestro; tuttavia nel 1718 egli ottenne la garanzia di sarebbe succeduto a Scarlatti, quando costui avesse lasciato vacante questa prestigiosa posizione. Nel 1720 acquisì la direzione del Conservatorio di Santa Maria di Loreto contribuendo alla formazione di una nuova generazione di compositori napoletani. Nel 1725 Scarlatti morì e Mancini, come era previsto, fu reintegrato nel posto di titolare della cappella, che mantenne sino alla morte. Nel 1735 fu colpito da un ictus che lo fece rimanere semi-paralizzato sino alla morte che sopraggiunse due anni più tardi.
L'attività compositiva di Mancini fu più produttiva nel periodo in cui fu assistente di Scarlatti presso la cappella reale di Napoli; tuttavia essa subì un primo decremento dopo la sua nomina a direttore della Pietà dei Turchini e uno successivo con la reintegrazione a direttore della cappella reale. La sua opera è copiosa: egli scrisse molte opere liriche, parecchie serenate e cantate per celebrare occasioni speciali, molti lavori vocali sacri e diversi lavori strumentali. Egli rimase quasi tutta la vita a Napoli, viaggiò solamente qualche volta a Roma per mettere in scena alcuni suoi lavori teatrali. La sua musica stilisticamente si colloca nel periodo di transizione che intercorre tra la generazione di Alessandro Scarlatti e quella dei compositori che diffonderà l'opera napoletana in tutta Europa.
Il suo stile di trapasso è evidente soprattutto nelle sue numerose opere, quasi tutte drammi per musica o drammi pastorali, le quali sono caratterizzate principalmente da uno stile patetico, dall'utilizzo di strumentazioni molto colorite e presentano sia elementi arcaici, come la struttura contrappuntistica, rapidi cambi di tonalità e la parte del basso continuo molto veloce, sia moderni, come la maggior estensione delle sezioni delle arie e l'uso del pedale armonico.
La sua musica sacra fu molto popolare all'epoca ed ebbe una larga diffusione in tutta Europa. Essa comprende anche parecchi oratori, tra i quali si ricorda Il zelo animato.