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Compositori

Sonata per pianoforte n. 12

Compositore: Beethoven Ludwig van

Strumenti: Pianoforte

Tags: Sonata

#Arrangiamenti

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3. Marcia funebre sulla morte d'un eroe. PDF 0 MB
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Arrangiamenti:

Organo Solo:

Andante con variazioni. (André, Julius)Marcia Funebre. (Francis Cunningham Woods)

Altri

Marcia Funebre. Corno + Pianoforte(2) (Horn, August)Andante con variazioni. Violoncello + Pianoforte (Unknown)Marcia Funebre. Chitarra (Sigism. Volker)Selections. Fagotto + Clarinetto + Flauti + Corno + Oboe (Wendy Large)Marcia Funebre. Chitarra (Francisco Tárrega)Andante con variazioni. Violoncello + Pianoforte + Violino(2) (Richard Hofmann)Marcia Funebre. Chitarra (Francisco Tárrega)Complete. Violino(2) (Friedrich Hartmann Graf)Andante con variazioni. Chitarra(2) (Ferdinando Carulli)Selections. Pianoforte (Unknown)
Wikipedia
Il nome associato alla dodicesima sonata per pianoforte di Beethoven deriva dalla Marcia Funebre sulla morte di un eroe che compone il terzo movimento (e il cui titolo è stato scelto dall'autore stesso).
Così come la precedente Op. 22, anche questo lavoro veniva indicato dall'autore con l'appellativo di "grande sonata" e, sempre al pari con la precedente sonata, si presenta in quattro movimenti:
Come nelle due sonate dell'Op. 27, Beethoven rinuncia per il primo movimento alla forma sonata in favore di una forma più libera, in questo caso quella delle variazioni: il tema originale – Andante, in tempo di 3/8 – viene variato cinque volte, senza modificazioni di ritmo.
Segue uno Scherzo dal carattere vivo e pieno di slancio.
Introdotta da un cupo ritmo puntato e ribattuto, la Marcia funebre presenta un clima di eroica desolazione che si interrompe nella sezione centrale, in cui il pianoforte sembra presentare la parodia di rulli di timpani e squilli di tromba. Non a caso l'autore, nel 1815, ha trascritto questa pagina per orchestra (trasponendola in Si minore in modo da facilitarne l'eseguibilità) per poi riutilizzarla nel finale delle musiche di scena per il dramma Leonore Prohaska di Friedrich Duncker.
Chiude la sonata un Allegro in forma di Rondò pieno di vitalità. Dall'esame degli appunti di Beethoven sembrerebbe che sia stato il primo dei quattro movimenti ad essere composto. Si tratta di una corsa pressoché ininterrotta di semicrome, che potrebbe sembrare la graziosa parodia di un intenso conversare salottiero. Si conclude così questa sonata, in maniera aggraziata e sbarazzina e con un contrasto, tanto vistoso quanto perfettamente equilibrato, rispetto alla precedente marcia funebre.
Il primo movimento della dodicesima sonata per pianoforte di Beethoven (op. 26) è un ”Andante con variazioni” in tempo tre ottavi nella tonalità di base di la bemolle maggiore. La struttura è quella del Tema e variazioni: esposizione del tema e cinque variazioni.
Il tema consiste in una regolare melodia di 8 misure, piana e semplice esposta nella tonalità di base (la bemolle maggiore) con appena una breve fermata nella zona centrale e ancor più brevemente alla fine sulla dominante (mi bemolle maggiore). [batt. 1-9]
L'Esposizione completa di questo tema dalla forma del Lied occupa in tutto 35 misure divise in quattro momenti:
Nello sviluppo il momento di maggiore profondità del sentimento è dato dalla ripetizione progressiva di un semplice elemento: [batt. 17-21]
In questa prima parte l'ambiente tonale gravita fondamentalmente sulla tonica con alcune brevi escursioni nella dominante: la settima di dominante (mi bemolle maggiore settima) compare nelle cadenze (perfette) finali del secondo, terzo e quarto momento: [batt. 26-35]
La Prima Variazione può essere definita la più “snella” tra le cinque variazioni anche se i continui arpeggi della mano destra creano un'atmosfera armonica di suoni molto affini tra di loro [batt. 36-42]
Il Tema è appena variato e la struttura formale di questa variazione è la stessa dell'Esposizione: Tema – Ripetizione – Sviluppo – Ripresa del tema
La Seconda variazione è più nervosa e determinata. Anche se la struttura formale è ancora quella iniziale, il tema è meno evidente soprattutto per la collocazione dalla misura 74 in poi delle note principali del tema originale sui tempi più deboli della battuta. [batt. 71-75]
La Terza variazione è in minore (la bemolle minore) ed ha un particolare carattere soprattutto nella drammatizzazione dolorosa del tema in ritmo sincopato mentre una passione a tratti violenta si evince nelle note più basse in sforzando nella “Ripetizione” e nella “Ripresa”. [batt. 114-122]
La Quarta variazione può essere definita “sorridente” e “vivace spiritualmente”. Si ritorna alla tonica minore (la bemolle minore) e il tema viene presentato in un elegante contrasto tra il trasparente pianissimo e staccato della mano sinistra e la legata articolazione della mano destra. [batt.141-146]
La Quinta variazione, eterea e melodica, è più simile allo spirito delle prime due. Un continuo movimento di terzine di semicrome e successivamente di quartine di biscrome nasconde la melodia del tema, che come nella seconda variazione presenta le note più importanti sui tempi deboli della misura (sul terzo, sesto e nono dei 9/16 in terzine). [batt. 176-179]
Una nuova melodia chiude il movimento nelle ultime quindici misure. [batt. 210-214]
Il secondo movimento è uno Scherzo. La struttura formale è la seguente: Scherzo (Esposizione – Sviluppo - Ripresa) – Trio (Esposizione – Sviluppo) – Ripresa dello Scherzo senza replica. La tonalità di base è fa minore (relativo minore di la bemolle maggiore). Il tempo è un ”Allegro molto” in tre quarti. A questo punto della sonata dovrebbe comparire un “Adagio”; indubbiamente l'inserimento dello “Scherzo” ha la funzione di contrastare immediatamente il tempo precedente (“Andante”), anche se non si può non notare una certa affinità (spirituale – stessa espressione burlesca e gaia) con la quarta variazione.
Il tema è formato da quattro frasi quasi identiche ciascuna di quattro misure. La tonalità si alterna tra la tonica e sottodominante (Si bemolle minore) per concludere (nell'ultima frase) in la bemolle maggiore. Il ritmo è dato da due accenti: uno principale sulla seconda battuta e uno secondaria ma forte sulla terza battuta, mentre il tema si chiude sul tempo forte della quinta misura senza però accento. [batt. 1- 9]
Nello Sviluppo gli accenti, così importanti nell'Esposizione, continuano a catturare l'attenzione ma ora sono spostati: nella seconda e quarta battuta del tema (sempre di quattro misure). [batt. 18-22]
Un altro elemento caratterizzante di questo Sviluppo è l'alternanza tra lo ”staccato” e il ”legato” (a proposito del legato della riga superiore, non tutte le edizioni lo riportano). [batt. 36-44]
A misura 46 viene ripreso il tema dello Scherzo nella tonalità di base (fa minore) dopo diverse battute insistenti su un accordo di settima di dominante (do maggiore settima). Il tema in questo ritorno si presenta in forma variata: delle rapide sestine lo accompagna fino alla fine di questa parte. [batt. 45-50]
Il Trio contrasta notevolmente con lo Scherzo: da un carattere quasi comico si passa ad una danza pastorale. Per alcuni il ritmo degli accenti dovrebbe proseguire anche nel Trio. La tonalità del Trio è la sopratonica (re bemolle maggiore) indicata anche dalle chiavi in armatura. [batt. 70-78]
Lo Sviluppo del Trio è da misura 79 a misura 100. Alla fine del Trio si riprende lo Scherzo senza ripetizioni.
Il terzo movimento è una marcia funebre: ”Marcia Funebre sulla morte d'un Eroe”. La struttura formale è tripartita con un sezione centrale in “modo maggiore” (la tonalità di base della marcia è in la bemolle minore). Il tempo è un quattro quarti. Di particolare importanza in questo movimento, soprattutto nell'esecuzione, è la ”giustezza ritmica”; ossia il ritmo fondamentale: croma con punto – semicroma – croma. Bisogna sempre ricordare che “la maggior potenza del genio beethoveniano è nel ritmo”.
In questa esposizione si possono individuare tre sezioni: (1) tema della marcia (battute 1 - 9), (2) ripetizione del tema (battute 9 – 17) e (3) coda finale (battute 17 - 31). Il tema viene presentato su due frasi (domanda e risposta); entrambe iniziano sulla tonica (la bemolle minore) ma mentre la prima si chiude sulla dominate maggiore (mi bemolle maggiore), la seconda si chiude sulla sopratonica maggiore (si maggiore) che enarmonicamente può essere vista come la relativa maggiore (do bemolle maggiore). [batt. 1-9]
Segue la ripetizione del tema ma in un altro ambiente armonico. Inoltre si deve tornare al minore. Quindi si passa dal si maggiore al si minore. Simmetricamente la domanda si chiude sulla nuova dominante rispetto al si (fa diesis maggiore), mentre la risposta si chiude sulla nuova relativa maggiore (re maggiore). [batt. 9-17]
La coda della marcia introduce qualche nuova linea melodica prima di chiudere sul tema della marcia con una classica cadenza dominante-tonica (mi bemolle maggiore settima – la bemolle minore). Da rilevare l'accordo iniziale della coda (settima diminuita = si re fa lab) necessario per arrivare naturalmente alla dominante mi bemolle e quindi alla tonica (la bemolle minore).
La parte centrale (definita anche come Trio) è in modo maggiore (la bemolle maggiore) e introduce sonorità quasi orchestrali: rullo di timpani ed esclamazioni degli ottoni. L'armonizzazione procede semplicemente per quinte: la bemolle maggiore – mi bemolle maggiore – si bemolle maggiore – mi bemolle maggiore – la bemolle maggiore. Una ripetizione e dei ritornelli fa in modo di presentare per ben quattro volte il tema del trio.[batt. 32-35]
A misura 41 ritorna il tema della marcia. La prima parte è identica all'Esposizione. Solamente nel finale alla coda vengono aggiunte 7 misure conclusive con una modulazione al modo maggiore (la bemolle maggiore).
Il quarto movimento della sonata è in forma di Rondò. Si tratta di un ”Allegretto” in tempo due quarti nella tonalità di base di la bemolle maggiore. La struttura è impostata su un tema esposto per quattro volte con tre episodi intermedi. In realtà la forma di questo movimento è quello di uno ”Studio-Rondò” o anche ”Studio-Esercizio”. Tutto il movimento è realizzato su un veloce procedere ritmico di quartine di semicrome che rimbalzano da una mano all'altra, ma sempre con un andamento leggero, anche se nervoso e vibrante.
Il tema si presenta con una figurazione legata di due misure e mezza per concludersi con tre battute e mezza di quartine di semicrome questa volta non legate. [batt. 1-7]
Questa è quella che può essere considerata la parte propositiva del tema. Seguono altre 6 misure di “risposta” (battute 7 – 13). La codetta del tema si compone di quattro frasi ognuna di quattro misure (battute 13 – 29) non molto dissimili dal tema vero e proprio. Il primo episodio di questo Rondò inizia a misura 29 con una figurazione uguale alla prima battuta e mezza del tema, mentre poco dopo un nuovo elemento appare nelle note in ottava su tempi sincopati: [batt.29-36]
L'episodio termina con diverse scalette discendenti di semicrome per collegarsi alla ripresa del tema del Rondò.
A misura 53 in modo quasi impercettibile riappare il tema senza grandi modifiche. Il secondo episodio inizia a misura 81. Solo in questa fase lo scorrere regolare delle quartine viene interrotto da una certa impetuosità espressiva [batt. 82-89]
A misura 102, come la prima volta, ritorna il tema quasi all'improvviso. Segue il terzo episodio (è uguale al primo episodio) e quindi a misura 155 ritorna per l'ultima volta il tema (senza la risposta e la codetta) riproposto per due volte. Il movimento si conclude inaspettatamente con un arpeggio in pianissimo che scende nella zona più grave del basso.