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Ein Heldenleben

Compositore: Strauss Richard

Strumenti: Orchestra

Tags: Poema sinfonico

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Ein Heldenleben ("Vita d'eroe"), op. 40, è un poema sinfonico di Richard Strauss, composto nel 1898 e che, assieme a Don Quixote, avrebbe dovuto formare un dittico.
Strutturato in 6 sezioni, il lavoro racconta la vita eroica di un uomo e delle lotte contro i suoi nemici: grazie ad alcuni elementi è possibile ipotizzare che Strauss ponga sé stesso a protagonista, come per esempio le citazioni ai suoi Don Juan e Till Eulenspiegel.
Strauss iniziò a lavorare all'opera durante un soggiorno in un resort tra i monti della Baviera nel luglio del 1898. Il proposito era di scrivere un brano eroico sull'impronta della Sinfonia n. 3 - L'Eroica di Beethoven: "Si intitola Vita d'eroe e anche se non contiene una marcia funebre ha tanti corni, essendo i corni proprio l'elemento giusto per esprimere l'eroismo. Grazie all'aria salutare di campagna la mia bozza si sta sviluppando bene e spero di finirla per Capodanno."
Nel 1898 Strauss lavorò a Ein Heldenleben e a un altro poema sinfonico, Don Quixote. Considerava le due opere come complementari, affermando che erano state concepite come interdipendenti l'una dall'altra.
Prima della prima esecuzione c'erano state speculazioni sull'identità dell'Eroe. Strauss fu ambiguo, commentò: "Io non sono un eroe: non sonon fatto per la battaglia", e in una nota al programma scrisse che il soggetto del pezzo "non era una singola figura letteraria o storica, ma piuttosto un più libero e generico ideale di grande e coraggioso eroismo." Da un altro punto di vista, per dirla con le parole del critico Richard Freed:
«La musica tuttavia punta ostinatamente al suo stesso autore come suo soggetto, e dopotutto Strauss si sbilanciò, rivolgendosi allo scrittore Romain Rolland, affermando di trovare se stesso "non meno interessante di Napoleone"; inoltre la sua scelta di dirigere lui stesso la prima esecuzione anziché lasciarla al rispettato dedicatario Willem Mengelberg, può certamente essere vista come un'ulteriore conferma del carattere autocelebrativo dell'opera.»
L'opera, che dura circa cinquanta minuti, è durchkomponiert e viene eseguita senza pause, ad eccezione della grande pausa drammatica alla fine del primo movimento. I movimenti sono denominati come segue (le ultime edizioni della partitura potrebbero non riportare questi titoli, rispettando la richiesta del compositore che venissero rimossi):
Ein Heldenleben fa ricorso alla tecnica del leitmotif tipica di Richard Wagner, ma quasi sempre come elemento della sua struttura sinfonica come ampia forma sonata rondo.
L'opera è composta per orchestra sinfonica comprendente ottavino, 3 flauti traversi, 3 oboi, corno inglese (e quarto oboe), clarinetto in mi bemolle, 2 clarinetti, clarinetto basso, 3 fagotti, controfagotto, 8 corni in fa, mi e mi bemolle, 3 trombe in si bemolle (suonate anche fuori dal palco) e 2 trombe in mi bemolle, 3 tromboni, un flicorno tenore in si bemolle, un bassotuba, timpani, cassa, 2 rullanti, piatti, tamburo, tam tam, triangolo, 2 arpe e archi.
Strauss dedicò l'opera al ventisettenne Willem Mengelberg e alla Concertgebouw Orchestra. Tuttavia, fu eseguita per la prima volta dalla Frankfurter Opern- und Museumsorchester il 3 marzo 1899 a Francoforte, sotto la direzione dello stesso compositore La prima performance americana si tenne un anno dopo da parte della Chicago Symphony Orchestra diretta da Theodore Thomas. L'opera non raggiunse l'Inghilterra fino al 1902, quando il compositore condusse la Queen's Hall Orchestra di Henry Wood.
Béla Bartók scrisse una riduzione per piano dell'opera nel 1902 e l'eseguì il 23 gennaio 1903 a Vienna.
Più recentemente è stato accordato al direttore Joolz Gale di arrangiare l'opera per orchestra da camera, su commissioned di Ensemble Mini ed eseguita per la prima volta a Berlino il 16 ottobre 2014.
I critici tedeschi reagirono alle caricature che ne fece Strauss. Uno di loro disse che il pezzo era "tanto rivoltante quanto il ritratto dell'uomo più rivoltante che si possa mai incontrare". Otto Floersheim scrisse una dura condanna nella rivista Musical Couriere (19 aprile 1899), dichiarando che "la presunta sinfonia...era rivoluzionaria in ogni senso del termine". Proseguì affermando: "Il climax di tutto ciò che è brutto, cacofonico, chiassoso e ingarbugliato, la musica più perversa sentita nella mia intera vita, è stata raggiunta nel capitolo Des Helden Walstatt (Il campo di battaglia dell'Eroe). L'uomo che ha scritto questo oltraggioso e orrendo rumore, che non si merita neanche di essere chiamato musica, o è pazzo o sta rapidamente raggiungendo la demenza." Il critico fu più cauto sul New York Times, dopo la prima di New York del 1900. Ammise a posteriori che i posteri avrebbero potuto farsi beffa della sua critica al brano, ma che nonostante "ci siano passaggi di una vera, gloriosa e sopraffacente bellezza... si viene spesso gettati nello stupore e nella confusione." Henry Wood, con la cui orchestra Strauss diede la prima esecuzione in Inghilterra, riteneva invece che il pezzo fosse "meravigliosamente bello".
Ancora oggi la musica divide la critica. Secondo Bryan Gilliam, nel Grove Dictionary of Music and Musicians, questo accade soprattutto perché "si è data troppa enfasi agli elementi superficiali". Secondo la visione di Gilliam: "Vari critici vedono l'opera come una palese istanza di affermazione dell'egotismo artistico di Strauss, ma un'interpretazione più profonda rivela un più complesso bisogno di autobiografia. Ein Heldenleben tratta due importanti soggetti già familiari alle prime opere di Strauss: lo struggersi dell'individuo tra i suoi mondi interno ed esterno (Nietzsche) e la profondità dell'amore domestico".
Al di là dell'accoglienza della critica, l'opera divenne rapidamente parte del repertorio orchestrale. È stata eseguita 41 volte ai BBC Proms dopo la prima del 1903.
Ci sono diverse registrazioni dell'opera, tre delle quali condotte dallo stesso compositore. Le più importanti registrazioni comprendono: