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Compositori

Stabat Mater

Compositore: Oechsner, Andreas Johann Lorenz

Strumenti: Voce Soprano Alto Tenore Basso Mixed chorus Orchestra

Tags: Musica sacra Messa Successione

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Complete Score PDF 9 MB
Wikipedia
Lo Stabat Mater (dal latino per Stava la madre) è una preghiera - più precisamente una sequenza - cattolica del XIII secolo tradizionalmente attribuita al Beato Jacopone da Todi.
La prima parte della preghiera, che inizia con le parole Stabat Mater dolorósa ("La Madre addolorata stava") è una meditazione sulle sofferenze di Maria, madre di Gesù, durante la crocifissione e la Passione di Cristo. La seconda parte della preghiera, che inizia con le parole Eia, mater, fons amóris ("Oh, Madre, fonte d'amore") è una invocazione in cui l'orante chiede a Maria di farlo partecipe del dolore provato da Maria stessa e da Gesù durante la crocifissione e la Passione.
Anche se il testo è in latino, la struttura ritmica è quella del latino medievale e che poi sarà anche dell'italiano: non si hanno sillabe lunghe e brevi, ma toniche e atone, in una serie di ottonari e senari sdruccioli, che rimano secondo lo schema AAbCCb (oltre ad alcune rime interne).
La più antica attestazione del testo con notazione musicale si trova in un codice di fine Duecento del monastero femminile domenicano di Santa Maria Maddalena a Bologna.
È recitata in maniera facoltativa durante la messa dell'Addolorata (15 settembre) e le sue parti formano gli inni latini della stessa festa.
Nel rito tridentino è cantata nella Messa del venerdì della settimana di Passione (commemorazione della Madonna Addolorata - venerdì precedente la Domenica delle Palme) e nella ricorrenza solenne della stessa festa il 15 settembre. Ma popolarissima è soprattutto perché accompagna il rito della Via Crucis e le processioni del Venerdì Santo: un canto amato dai fedeli non meno che da intere generazioni di musicisti colti.
Nella storia della musica classica si ricordano i seguenti compositori:
Stabat Mater dolorósa iuxta crucem lacrimósa, dum pendébat Fílius. Cuius ánimam geméntem, contristátam et doléntem pertransívit gládius. O quam tristis et afflícta fuit illa benedícta Mater Unigéniti! Quae moerébat et dolébat, Pia Mater dum videbat nati poenas íncliti. Quis est homo, qui non fleret, Matrem Christi si vidéret in tanto supplício? Quis non posset contristári, Christi Matrem contemplári doléntem cum Filio? Pro peccátis suae gentis vidit Jesum in torméntis et flagéllis sùbditum. Vidit suum dulcem natum moriéndo desolátum, dum emísit spíritum. Eia, mater, fons amóris, me sentíre vim dolóris fac, ut tecum lúgeam. Fac, ut árdeat cor meum in amándo Christum Deum, ut sibi compláceam. Sancta Mater, istud agas, crucifíxi fige plagas cordi meo válide. Tui Nati vulneráti, tam dignáti pro me pati, poenas mecum dívide. Fac me tecum pìe flere [Fac me vere tecum flere], Crucifíxo condolére donec ego víxero. Iuxta crucem tecum stare, Et me tibi sociáre [te libenter sociare] in planctu desídero. Virgo vírginum praeclára, mihi iam non sis amára, fac me tecum plángere. Fac, ut portem Christi mortem, passiónis fac consòrtem et plagas recólere. Fac me plagis vulnerári, cruce hac inebriári et cruòre Fílii. Flammis ne urar succènsus [Inflammatus et accensus], per te, Virgo, sim defénsus in die iudícii. Fac me cruce custodíri morte Christi praemuníri, confovéri grátia. Quando corpus moriétur, fac, ut ánimae donétur paradísi glória. Amen.
La Madre addolorata stava in lacrime presso la Croce mentre pendeva il Figlio. E il suo animo gemente, contristato e dolente era trafitto da una spada. Oh, quanto triste e afflitta fu la benedetta Madre dell'Unigenito! Come si rattristava, si doleva la Pia Madre vedendo le pene del celebre Figlio! Chi non piangerebbe al vedere la Madre di Cristo in tanto supplizio? Chi non si rattristerebbe al contemplare la pia Madre dolente accanto al Figlio? A causa dei peccati del suo popolo Ella vide Gesù nei tormenti, sottoposto ai flagelli. Vide il suo dolce Figlio che moriva abbandonato mentre esalava lo spirito. Oh, Madre, fonte d'amore, fammi provare lo stesso dolore perché possa piangere con te. Fa' che il mio cuore arda nell'amare Cristo Dio per fare cosa a lui gradita. Santa Madre, fai questo: imprimi le piaghe del tuo Figlio crocifisso fortemente nel mio cuore. Del tuo figlio ferito che si è degnato di patire per me, dividi con me le pene. Fammi piangere intensamente con te, condividendo il dolore del Crocifisso, finché io vivrò. Accanto alla Croce desidero stare con te, in tua compagnia, nel compianto. O Vergine gloriosa fra le vergini non essere aspra con me, fammi piangere con te. Fa' che io porti la morte di Cristo, fammi avere parte alla sua passione e fammi ricordare delle sue piaghe. Fa' che sia ferito delle sue ferite, che mi inebri della Croce e del sangue del tuo Figlio. Che io non sia bruciato dalle fiamme, che io sia, o Vergine, da te difeso nel giorno del giudizio. Fa' che io sia protetto dalla Croce, che io sia fortificato dalla morte di Cristo, consolato dalla grazia. E quando il mio corpo morirà fa' che all'anima sia data la gloria del Paradiso. Amen.
Addolorata, in pianto la Madre sta presso la Croce da cui pende il Figlio. Immersa in angoscia mortale geme nell’intimo dei cuore trafitto da spada. Quanto grande è il dolore della benedetta fra le donne, Madre dell'Unigenito! Piange la Madre pietosa contemplando le piaghe del divino suo Figlio. Chi può trattenersi dal pianto davanti alla Madre di Cristo in tanto tormento? Chi può non provare dolore davanti alla Madre che porta la morte del Figlio? Per i peccati del popolo suo ella vede Gesù nei tormenti del duro supplizio. Per noi ella vede morire il dolce suo Figlio, solo, nell'ultima ora. O Madre, sorgente di amore, fa' ch'io viva il tuo martirio, fa' ch’io pianga le tue lacrime. Fa' che arda il mio cuore nell’amare il Cristo-Dio, per essergli gradito. Ti prego, Madre santa: siano impresse nel mio cuore le piaghe del tuo Figlio. Uniscimi al tuo dolore per il Figlio tuo divino che per me ha voluto patire. Con te lascia ch'io pianga il Cristo crocifisso finché avrò vita. Restarti sempre vicino piangendo sotto la croce: questo desidero. O Vergine santa tra le vergini, non respingere la mia preghiera, e accogli il mio pianto di figlio. Fammi portare la morte di Cristo, partecipare ai suoi patimenti, adorare le sue piaghe sante. Ferisci il mio cuore con le sue ferite, stringimi alla sua croce, inèbriami del suo sangue. Nel suo ritorno glorioso rimani, o Madre, al mio fianco, salvami dall’eterno abbandono. O Cristo, nell'ora del mio passaggio fa' che, per mano a tua Madre, io giunga alla mèta gloriosa. Quando la morte dissolve il mio corpo aprimi, Signore, le porte del cielo, accoglimi nel tuo regno di gloria. Amen.
Sta la Madre dolorosa presso il legno lacrimosa mentre pende il Figlio; e quell'anima gemente, contristata e insiem dolente, una spada penetra. Quanto triste e al duol soggetta mai quella benedetta Madre all'Unigenito! E piangeva e si doleva Madre pia, mentre vedeva del Figliuol gli spasimi. Chi n'avrebbe il ciglio asciutto se vedesse in tanto lutto quella Madre tenera? Chi non resta contristato contemplando col suo Nato spasimar la Vergine? Pel fallir delle sue genti Gesù vide fra' tormenti, dai flagelli lacero. Ella vide il Figlio amato negli estremi desolato esalar lo spirito. Madre, orsù, fonte d'amore, fa ch'io senta il tuo dolore, fammi teco piangere. Fa che avvampi il cuore mio nell'amor di Cristo Dio. affinché io piacciagli. Santa Madre, deh! m'appaga di Gesù l'acerba piaga forte in cuore infiggimi. Del tuo Figlio sì piagato ch'ha per me tanto penato il dolor dividimi. Fa che teco, o Madre, io pianga e il trafitto Dio compianga finché duri il vivere. Presso il Legno con te starmi ed a Te, Madre, associarmi nel pianto desidero. Tra le vergini preclara, volermi essere amara fammi teco piangere. Fa ch'io pensi a la sua morte, del suo duolo sia consorte, le sue piaghe io veneri. Fa ch'io sia con Lui piagato, della Croce sia inebriato, del suo sangue vivido. Perché sia dal fuoco illeso per Te, Vergin, sia difeso nel dì del giudizio. Giunto, o Cristo, al mio partire Per tua Madre, deh venire Fammi alla vittoria. Quando il corpo morto fia, fa che all'alma data sia la celeste gloria! Amen.
La penultima terzina Fac me cruce custodíri/ morte Christi praemuníri, / confovéri grátia. può essere sostituita dai versi Christe, cum sit hinc exìre, / Da per Matrem te venìre / Ad palmam victòriae. Alla recita dello Stabat mater è attribuita l'indulgenza di 100 giorni ogni volta. Tra parentesi quadre sono riportate le poche differenze del testo latino rispetto al Manuale di Filotea di Riva.
La traduzione seguente è proposta nel 1860. Il 1º settembre 1681, il beato Papa Innocenzo XI concesse l'indulgenza di 100 giorni, cui può essere associata l'ulteriore indulgenza per la preghiera a San Giuseppe.
Stava Maria dolente Senza respiro e voce Mentre pendeva in croce Del mondo il redentor. E nel fatale istante Crudo materno affetto La trafiggeva il petto Le lacerava il cor. Qual di quell'anima bella Fosse lo strazio indegno No che l'umano ingegno Immaginar no ' l può. Veder un Figlio... un Dio... Che palpita, che muore... Sì barbaro dolore Qual madre mai provò? Alla luttuosa scena Chi tiene il pianto a freno, Ha un cor di pietra in seno, O amore in core non ne ha. Chi può non mirare in tanto dole una madre pia col Figlio, E non sentire pietà? Per cancellar le colpe D'un popol empio, ingrato, Vide Gesù piagato Languire e spasimar. Vide sul maligno monte infame Il Figlio suo diletto Chinar la fronte al petto E l'anima esalar. O dolce Madre, o pura Fonte di Santo Amore Parte del tuo dolore Fa che a me possa arrivar. Fa ch'ogni altro ardor profano Sdegnosamente io sprezzi, Che a compiacer m'avvezzi Sol nel divin amor.
Santa Madre, le barbare ferite, Prezzo del mio delitto, Dal Figlio tuo trafitto, Passino in me. A me dovuti son, gli strazi ch'Ei per me soffrio fa ch' almen io possa pianger anche qui con te. Teco si strugga in lagrime Quest'anima gemente E se ella non fu innocente, Terga le di Lui piaghe almen. Teco alla giusta croce accanto Stare, Santa Madee, io voglio Compagno del cordoglio, Che ti divora il sen. A tu che delle vergini Reina in ciel t'assidi, A tu propizia arridi Ai voti del mio cor. Del buon Gesù spirante Sul fero legno esangue La croce, le piaghe, il sangue Fa ch'io rammenti ognor. Del Salvator rinnova In me lo scempio atroce: Il sangue, il fiel, la croce Per amor del Figlio, provar mi fa. Ma Infiammato di te e d'amor acceso, Nell'estremo giorno, Rendalo a me placato, Maria, la tua pietà. Cristo che nulla neghi, A chi Tua madre implora, Del mio morir nell'ora, Grazia dalla croce mi ristori. E quando fia disciolto Dal suo corporeo velo, Fa che la mia alma in cielo Voli a regnar con Te.
Alla devozione a Maria tramite una preghiera o un canto, per completare una più forte invocazione alla intera Famiglia di Gesù, in genere i fedeli fanno seguire una preghiera anche a San Giuseppe, Suo sposo.
Papa Leone XIII (vedasi Exorcismus in satanam et angelos apostaticos) trascrisse questa preghiera a San Giuseppe, da recitarsi specialmente nel mese di Ottobre: delle Spine) prima o dopo la Messa, o davanti al SS. Sacramento esposto, per tutto il mese di Ottobre, si merita l'indulgenza di 7 anni e di 7 quarantene ogni volta; recitandolo in altro tempo qualsiasi, si ottengono 300 giorni d'indulgenza, una volta al giorno..
«A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Deh! Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, guarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché sul tuo esempio, e mercè il tuo soccorso, possiamo vivere virtuosamente, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Così sia.»
La preghiera del mattino e della sera. Liturgia delle ore secondo il rito romano, CEI, Libreria Editrice Vaticana, 2005. Esistono diverse traduzioni in italiano dello Stabat Mater: per una migliore comprensione questa traduzione è libera e più aderente alle parole latine.
AA.VV. Mater. Percorsi simbolici sulla maternità. A cura di Elena Fontanella, Annamaria Andreoli e Cosimo Damiano Fonseca. Catalogo della mostra. Milano, 2015, L'Erma di Bretschneider, ISBN 978-88-913-0777-4. Sulla musica, contiene: Gian Mario Benzing, La “Mater dolorosa” e la musica: breve storia di un lungo percorso espressivo.
Neumi speciali: Salicus · Quilisma · Strophicus · Pressus · Bivirga · Trigon · Oriscus · Neuma composto · Neuma melismatico
Ordinarium missæ: Kyrie · Gloria · Credo · Sanctus · Agnus Dei
Note