Compositori

Partita I

Compositore: Pasquini Bernardo

Strumenti: Clavicembalo

Tags: Partita

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Chitarra(2) (Höger, Anton)
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Bernardo Pasquini (Massa e Cozzile, 7 dicembre 1637 – Roma, 21 novembre 1710) è stato un compositore, clavicembalista e organista italiano.
Dopo i primi studi a Uzzano, con Mariotto Bocciantini, verso il 1650 si era trasferito, insieme a uno zio prete, a Ferrara. Qui, già nel 1653, era organista presso l'Accademia della Morte, un posto già ricoperto in passato da Luzzasco Luzzaschi e Girolamo Frescobaldi.
A metà degli anni Cinquanta si trasferì a Roma. Dal 1657 fu organista di Santa Maria in Vallicella (più nota come Chiesa Nuova). Nel febbraio 1664 divenne organista di Santa Maria Maggiore, mantenendo il posto fino al 1704, ed ebbe pure la carica di organista del Senato e del Popolo romano in Santa Maria in Ara Coeli.
In quello stesso anno, si recò alla corte di Francia al seguito del cardinale legato Flavio Chigi, nipote del papa Alessandro VII, impegnato in una importante missione diplomatica.
Nel novembre 1667, entrò a servizio del principe Giovan Battista Borghese come "aiutante di camera", rimanendovi fino al luglio 1692. Dal maggio 1693 fu riassunto al servizio da Marcantonio Borghese, figlio del precedente. Fu anche organista della cappella Borghese in S. Maria Maggiore. Ben presto divenne uno dei musicisti più in vista della Roma del tempo. Come cembalista e compositore collaborò alle musiche promosse da tutti i maggiori mecenati, tra cui i cardinali Flavio Chigi, Benedetto Pamphilj e Pietro Ottoboni, e la regina Cristina di Svezia.
Nel 1694 fece parte del cosiddetto "coro d'Arcadia", un gruppo di virtuosi che comprendeva, tra gli strumentisti, Arcangelo (Corelli), Matteo (il violinista Fornari, allievo di Corelli e costantemente al suo fianco come secondo violino), Giovannino (il violoncellista Giovanni Lorenzo Lulier), Bononcino (il violoncellista Giovanni Bononcini).Nel 1706, insieme ad Arcangelo Corelli e Alessandro Scarlatti, fu tra i primi musicisti ammessi nell'Accademia dell'Arcadia, con il nome di Protico Azetiano.
Fu clavicembalista e insegnante ammirato e ricercato. La sua fama come tastierista e compositore varcò i confini delle Alpi; tra i musicisti illustri che vennero a Roma per conoscerlo o studiare con lui si annoverano Georg Muffat, Johann Philipp Krieger, Johann Georg Christian Störl e Franz Jakob Horneck, e probabilmente anche Ferdinand Tobias Richter e Carlo Domenico Draghi. Tra i suoi allievi Giuseppe Fabbrini, Francesco Maria Ricci, Floriano Arresti e Tommaso Bernardo Gaffi. Scrisse Francesco Gasparini: ""Chi averà ottenuta la sorte di praticare, o studiare sotto la scuola del famosissimo Sig. Bernardo Pasquini in Roma, o chi almeno l'avrà inteso o veduto sonare, avrà potuto conoscere la più vera, bella e nobile maniera di sonare e di accompagnare"
Morì a Roma il 21 novembre 1710 e fu sepolto nella Basilica di San Lorenzo in Lucina. Il sepolcro monumentale fu commissionato dal nipote e allievo Felice Bernardo Ricordati (Buggiano, 13 gennaio 1678 - Roma, 16 agosto 1727) e dal fedele allievo Gaffi allo scultore Pietro Papaleo
La produzione di Pasquini abbraccia quasi tutti i generi di musica dell'epoca: dall'opera all'oratorio, dalla cantata alla musica per tastiera.
Come compositore di opere, fece il suo debutto presso il teatro privato di Palazzo Chigi (Ariccia) nel 1672 con La sincerità con la sincerità ovvero il Tirinto, su libretto di Giovanni Filippo Apolloni. Durante il carnevale 1673 al Teatro Tordinona fu rappresentata la sua opera Amor per vendetta ovvero l'Alcasta, ancora su libretto di Giovanni Filippo Apolloni. Seguirono nel 1676 La donna ancora è fedele (libretto di Pietro Filippo Bernini), e nel 1677 Il Trespolo tutore (libretto di Giovanni Cosimo Villifranchi, tratto da una commedia di Giovan Battista Ricciardi), entrambe andate in scena a Roma in un teatro al Corso, gestito da Gian Lorenzo Bernini con i figli Pietro Filippo e Paolo. Nel 1679 compose Dov'è amore è pietà, rappresentata al teatro Capranica, cui fece seguito l'anno seguente, nello stesso teatro, L'Idalma ovvero Chi la dura la vince su libretto di Giuseppe Domenico de Totis. Nel dicembre 1680 a Firenze, nel teatro del Casino di San Marco, fu rappresentato "Il Sidonio ovvero il raro esempio di costanza e fede" (libretto Giuseppe Giacomini), commissionatogli dall'Accademia degli Affinati e dedicato a Francesco Maria de' Medici. Nel 1681, al teatro della Pace di Roma, andò in scena il suo Lisimaco su libretto di Giacomo Sinibaldi. Nel teatro di Palazzo Colonna furono rappresentate La Tessalonica (1683, libretto di Nicolò Minato), L'Arianna (1685, libretto di Cosimo Bani), Il silentio d'Arpocrate (1686, libretto di Nicolò Minato), I giochi troiani (1688, libretto di Carlo Sigismondo Capece) e La caduta del regno delle Amazzoni (1690, libretto di Giuseppe Domenico de Totis). Di nuovo nel riaperto Teatro Tordinona il 26 dicembre 1690 fu data la sua opera Il Colombo overo L'India scoperta, su libretto di Pietro Ottoboni. Le ultime sue opere, Alessio (1690) ed Eudossia (1692, libretto di Alessandro Pollioni), furono rappresentate al Seminario Romano.
Tra gli oratori da lui composti, Caino e Abele, su testo di Giovanni Filippo Apolloni, eseguito a Roma nella cappella di palazzo Borghese nel 1671; Agar (oratorio di San Giovanni Battista dei Fiorentini a Roma, 17 marzo 1675), e Assuero (Oratorio di San Giovanni dei Fiorentini di Roma, 15 aprile 1675) entrambi a S. Giovanni dei Fiorentini; Sant'Alessio (Oratorio dei Filippini di Roma, dicembre 1675, libretto di Pietro Filippo Bernini), e Sant'Agnese (Roma, 1677, libretto di Benedetto Pamphilj) entrambi all'oratorio della Chiesa nuova; Sant'Eufrasia (Roma, 1678, libretto di Sebastiano Lazzarini); Divae Clarae triumphus (Roma, oratorio del Ss. Crocifisso di S. Marcello, 1682, libretto di Francesco Noceti); L'idolatria di Salomone (Roma, Collegio Clementino, 1686); Il martirio dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia (Modena, 1687, libretto di Domenico Filippo Contini); I fatti di Mosè nel deserto (Modena, 1687, libretto di Giovan Battista Giardini); La sete di Cristo (Modena, 1689, libretto di Nicolò Minato); La caduta di Salomone (Firenze, 1693); David trionfante contro Golia (Firenze, 1694). In collaborazione con Giovanni Lorenzo Lulier, Tommaso Bernardo Gaffi, Giovanni Ercole e Luca Amadori, compose anche l'oratorio La purità trionfante overo Martiniano il santo (Roma, S. Girolamo della Carità, 1688, libretto di Giovanni Andrea Lorenzani).
Di lui ci sono giunte circa 70 cantate conservate in fonti manoscritte: di esse cinquanta per voce e continuo (41 per soprano, 6 per basso, 2 per mezzosoprano e 1 per tenore); tre cantate a 2 voci; due a 3 voci; due a 1 voce con strumenti; due a 2 voci con strumenti. Inoltre alcune cantate dialogiche di ampie dimensioni: Erminia in riva del Giordano, a 4 voci con strumenti (ca. 1672, su testo di Benedetto Pamphilj); la serenata Applauso musicale per il giorno festivo della chiarissima reale maestà di Maria Luigia, a 5 voci con strumenti (1688), la Cantata a 5 in lode di san Filippo Neri («Fermate onde del Tebro»), e la "cantata musicale" Il colosso della costanza a 4 voci e strumenti (Roma, Seminario romano, 1689; musica perduta).
Manoscritti si conservano pure quasi tutti i suoi pezzi per strumento a tastiera, ad eccezione di uno incluso in una raccolta dell'epoca. La fonte principale della sua produzione tastieristica è costituita da 4 volumi (uno a Berlino e tre a Londra) redatti in gran parte dallo stesso compositore fra l'ultimo decennio del Seicento ed i primi anni del Settecento, probabilmente ad uso del nipote Felice Bernardo Ricordati (1678-1727), che visse in casa del compositore a Roma dal 1691. Tra i brani per tastiera molti sono quelli composti in stile contrappuntistico imitativo (Capriccio, Fantasia, Ricercare, Canzone, Fuga, Sonata), toccate, oltre a una ventina di cicli di variazioni, tra cui quattro passacaglie, e a Balli, Bizzarrie, Arie, ed infine 28 sonate scritte sul solo basso continuo, di cui 14 per cembalo solo e 14 per due cembali.
Ottorino Respighi trascrisse per orchestra alcune sue composizioni per clavicembalo nella suite per piccola orchestra Gli uccelli.