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L'impresario in angustie

Compositore: Cimarosa Domenico

Strumenti: Voce Orchestra

Tags: Opera buffa Opere Opera comica

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L'impresario in angustie è una farsa per musica composta da Domenico Cimarosa nel 1786 su libretto di Giuseppe Maria Diodati.
Fu messa in scena per la prima volta nell'autunno del 1786 al Teatro Nuovo di Napoli insieme ad un'altra breve opera del compositore partenopeo, Il credulo, che già aveva rappresentato nello stesso teatro poco tempo prima. Fu successivamente data in altre città italiane e nel 1790 con il titolo L'impresario rovinato venne messa in scena a Barcellona.
L'opera è una satira teatrale è fa parte di quel filone di parodie dell'ambiente teatrale composte dopo la pubblicazione nel 1720 de Il teatro alla moda di Benedetto Marcello, con il quale attraverso opportune satire egli criticava gli eccessi dell'opera dell'epoca.
Il lavoro cimarosiano ebbe, per molti anni, un successo clamoroso e venne rappresentata in moltissimi teatri europei e spesso tradotta. Anche la musica subì, quasi per ogni rappresentazione, modifiche sostanziali con aggiunte di brani tratti da opere di altri autori, oppure composti, sempre da altri compositori, espressamente per l'adattamento. La drammaturgia subì spesso radicali rifacimenti, trasformando l'opera di volta in volta, e mutandone la struttura in due atti e in tre atti. Particolarmente documentate rimangono i rimaneggiamenti per le rappresentazioni parigine (a partire dal 1787) e viennesi (a partire dal 1793), che aggiungono alla struttura musicale originale molti nuovi pezzi (Aria per Gelindo, Aria per Strabinio, aria per Doralba ecc.) modificandone anche radicalmente il Finale originale.
Il poeta e scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe assistette a una rappresentazione di questa operina a Roma nel 1787, durante il suo famoso viaggio in Italia: il lavoro gli piacque molto e lo definì un'opera che sempre rallegra. Quattro anni questa farsa verrà messa in scena a Weimar in versione revisionata e tradotta in tedesco dallo stesso Goethe con il titolo Die theatralischen Abenteuer.
L'opera, dimenticata per tutto il XIX secolo, tornò in auge a partire dagli Anni '30 del Novecento e venne rappresentata al Teatro Regio di Torino e al Teatro alla Scala di Milano. Edizioni moderne di questa partitura sono state approntate nel 1993 da Nick Rossi e Talmage Fauntleroy e, nel 2006, da Simone Perugini per conto dell'Accademia Lirica Toscana "D. Cimarosa".
L'impresario di un teatro (Don Cristobolo) è in balia delle pretese delle sue prime donne (Dorina e Merlina), le quali straziano anche il poeta (Don Perizonio) e il musicista (Gelindo), intento a comporre una nuova opera che dovrà andare in scena; costui, che sta scopiazzando musica da altri compositori, protesta per il chiasso prodotto dalla diatriba in corso. Ad infastidire il compositore ci si mette anche il poeta, autore del libretto dell'opera in fase di componimento che titola Le interne convulsioni di Pirro contro gli affetti isterici di Andromaca, e che parla facendo uso di citazioni classiche divertenti. La scena s'incentra tra Don Perizionio e Merlina, la quale esige da costui una bella parte, ma alle sue richieste il poeta risponde solamente con battute spiritose.
Nel secondo quadro, dopo il quintetto, entrano due nuovi personaggi, Fiordispina e il suo protettore Strabinio, il quale però ha un ruolo secondario. Fiordispina entra anch'essa in conflitto con le altre due cantanti, sempre a reclamare le parti migliori, fastosi vestiti di scena e ricchi compensi. Tutte queste rivalità si concludono a causa dell'improvvisa bancarotta dell'impresario.
Versione originale composta nel 1786 e rappresentata nello stesso anno presso il Teatro Nuovo di Napoli.
Versione Viennese (1793) con brani aggiunti e composti da altri musicisti senza, probabilmente, l'avallo di Cimarosa