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Missa Papae Marcelli

Compositore: Palestrina Giovanni Pierluigi da

Strumenti: Voce Soprano Alto Tenore Basso

Tags: Messa Musica sacra

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Sanctus (No.4). Liuto(2) (Höger, Anton)Complete. Mixed chorus (Stenov, Michael)Kyrie (No.1). Fagotto(2) + Flauti(2) + Oboe(2) (Farid Zehar)Kyrie (No.1). Clarinetto basso + Clarinetto(3) (Farid Zehar)Kyrie (No.1). Trombone(4) + Tromba(2) (Farid Zehar)
Wikipedia
La Missa papae Marcelli (Messa di papa Marcello) è una messa polifonica a 6 voci di Giovanni Pierluigi da Palestrina, composta in onore di papa Marcello II, che regnò per sole tre settimane nel 1555. Studi recenti suggeriscono che la data di composizione più probabile sia il 1562, quando fu copiata in un manoscritto conservato nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.
È forse una delle messe di Palestrina più conosciute e riprodotte, ed era uso cantarla, in epoca preconciliare, durante il rito dell'incoronazione papale (l'ultima volta fu per Giovanni XXIII).
Dopo la riforma luterana che semplificava e avvicinava la liturgia al popolo, alcuni vescovi che partecipavano al concilio di Trento pensarono di riportare il canto liturgico all'esclusiva monodia gregoriana, attraverso la quale si riteneva che il testo sarebbe stato più comprensibile, ma la Missa papae Marcelli avrebbe invece contribuito a convincere il concilio che polifonia e comprensibilità del testo erano conciliabili. La vicenda venne raccontata dallo stesso Palestrina ad un padre gesuita, il quale a sua volta la raccontò ad un confratello il quale la diffuse in un suo libro. Risulta inoltre che il 28 aprile 1565 alcuni cantori della Cappella pontificia furono convocati in casa del cardinale Vitelli per eseguire alcune messe, al fine di verificarne la comprensibilità delle parole. Un documento dell'archivio della Cappella Pontificia riferisce che tra le Messe eseguite in quella circostanza ci fu anche la Missa papae Marcelli.
Nel 1555 fu eletto papa il cardinale Marcello Cervini con il nome di Marcello II. Il 12 aprile (Venerdì Santo) si tenne la cerimonia per l'elezione, durante la quale i musicisti, tra i quali appunto Palestrina, ritennero di dover sfoggiare il repertorio più sfavillante, nell'intento di fare buona impressione sul nuovo papa, ma ottenendo invece l'effetto contrario: il pontefice rimproverò infatti i cantori aver cantato con letizia ed in modo ampolloso il giorno della passione di Cristo, e che i canti avrebbero dovuto ricordare la passione ed essere comprensibili. La genesi della messa dedicata al pontefice sarebbe dunque legata a tale richiamo.
La messa fu pubblicata 13 anni dopo la morte del papa e sarebbe stata dedicata a Filippo II di Spagna, presso la cui corte Palestrina sperava di essere assunto. Anche il titolo lo confermerebbe: infatti non è la messa per papa Marcello, ma la messa di papa Marcello, ovvero la messa come andrebbe cantata secondo i dettami di quel Pontefice.
Il compositore inglese Matthew Bellamy, del gruppo musicale Muse, ha recentemente rielaborato "Sanctus Et Benedictus" trasformandola nella canzone Drones, tratta dall'omonimo album. Il libretto del cd spiega infatti che tale canzone è " basata su Sanctus Et Benedictus, composta da Giovanni Pierluigi da Palestrina, riarrangiata (e con testo aggiunto) da Matthew Bellamy".