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Nuper rosarum flores

Compositore: Dufay Guillaume

Strumenti: Voce

Tags: Mottetto

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Wikipedia
Nuper Rosarum Flores, Ecco fiori di rosa, è un mottetto isoritmico composto nel 1436 da Guillaume Dufay, per essere cantato durante la cerimonia per la consacrazione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze. La cupola, nella fattispecie, fu realizzata dall'architetto e scultore Filippo Brunelleschi.
La cerimonia, molto fastosa, fu presieduta da Papa Eugenio IV. Il mottetto è sorprendente per la sua sintesi dell'antico stile isoritmico e del nuovo stile contrappuntistico che venne sviluppato nel decennio successivo dallo stesso Dufay e dai suoi successori.
«Si udirono cantare voci così numerose e così varie, e tali sinfonie s'elevarono verso il cielo, che si sarebbe creduto di sentire un concerto d'angeli [ ... ] Quando il canto cessava [ ... ] si sentivano suonare gli strumenti in maniera [ ... ] allegra e soave [ ... ] Al momento dell'elevazione la basilica tutta intera risuonò di sinfonie così armoniose, accompagnate dal suono di diversi strumenti, che si sarebbe detto che il suono e il canto del paradiso fossero scesi dal cielo sulla terra.»
Charles Warren, in un articolo del 1973 che ha avuto grande risonanza, ha ritenuto di poter dimostrare che le strutture proporzionali del mottetto fossero in relazione con le proporzioni del tempio. In seguito, Craig Wright ha mostrato che le proporzioni architettoniche attribuite da Warren al Brunelleschi sono scorrette, e ha affermato che le proporzioni usate da Dufay potrebbero piuttosto derivare dalle indicazioni bibliche sulle misure del Tempio di Salomone. Lo stesso Warren ha accettato come fondate le obiezioni di Wright, ma l'idea di una relazione diretta fra le proporzioni del mottetto e la struttura della basilica è stata recentemente riproposta. Uno studio più recente propone ulteriori relazioni tra la costruzione brunelleschiana, il mottetto di Dufay e la simbologia dell'Apocalisse, il tutto visto alla luce del riferimento alla Firenze del Quattrocento come la nuova Gerusalemme celeste .
Il cantus firmus utilizzato nel mottetto, Terribilis est locus iste, cantato dai due Tenor a distanza di una quinta l'uno dall'altro, la cui traduzione è "Questo luogo incute rispetto", è ripreso dal repertorio gregoriano ed è il testo dell'introito che si esegue nel rito di dedicazione di una chiesa.