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Compositori

Les Indes galantes

Compositore: Rameau Jean-Philippe

Strumenti: Voce Mixed chorus Orchestra

Tags: Balletto Opere

#Parti
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1735 version. Foreword PDF 6 MB1735 version. Overture and Scene 1 (No.1) PDF 4 MB1735 version. Scene 1 (No.2) to Scene 2 (No.4) PDF 4 MB1735 version. Scene 2 (No.5) to Scene 3 (No.6) PDF 4 MB1735 version. Scene 3 (No.8) to Scene 4 (No.6) PDF 4 MB1735 version. Scene 4 (No.6) and Appendices PDF 5 MB1735 version. Supplement PDF 0 MB
1735 version. Complete Score PDF 4 MB
1736 version. Les Sauvages, les Fleurs PDF 60 MB
Quatre Concerts (Scenes omitted). Complete Score PDF 6 MBQuatre Concerts (Scenes omitted). Complete Score PDF 4 MB
Complete Score PDF 16 MB
Complete Score PDF 17 MB
Tendre amour. Complete Score PDF 0 MB

Parti per:

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Arrangiamenti:

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Rondeau du Grand Calumet de la Paix. Voce(2) + Tastiera (Alain Brunet)Rondeau du Grand Calumet de la Paix. Voce + Tastiera (Alain Brunet)

Altri

Selections. Orchestra (Nicolas Sceaux)Rondeau du Grand Calumet de la Paix. Pianoforte (Riccardo Piagentini)Selections. Pianoforte (Giuseppe Martucci)Gavotte. Violoncello + Pianoforte (Salmon, Joseph)Selections. Tastiera (Rodion Burbin)Airs de ballet. A quattro mani (Léon Roques)Gavotte. Pianoforte + Violino (Salmon, Joseph)Selections. Clavicembalo(2) (Jan Sielemann)Selections. Pianoforte (Paul Dukas)Rondeau du Grand Calumet de la Paix. Sassofono soprano + Tastiera (Alain Brunet)Airs de ballet. A quattro mani (Léon Roques)
Wikipedia
Les Indes galantes (Le Indie galanti) è un'opéra-ballet di Jean-Philippe Rameau consistente in un prologo e due entrées (atti), subito portate a tre, e poi a quattro, su libretto di Louis Fuzelier. La prima rappresentazione ebbe luogo il 23 agosto 1735 a Parigi, presso l'Académie Royale de Musique et de Danse (Opéra), nel Théâtre du Palais-Royal.
Le vicende relative alle prime rappresentazioni dell'opera si presentano piuttosto laboriose. Essa andò in scena inizialmente come ballet-héroïque in un prologo e due atti: Le Turc généreux e Les Incas du Perou. La coreografia era curata da Michel Blondy. L'accoglienza del pubblico fu piuttosto fredda e, fin dalla terza rappresentazione si provvide ad aggiungere anche una nuova entrée intitolata Les Fleurs, ma anche questa fu causa di malumori (un principe turco vi si presentava vestito da donna destando l'ostilità dei benpensanti), nonostante la magnifica scenografia predisposta da Giovanni Niccolò Servandoni che aveva allora l'incarico di primo pittore-decoratore dell'Opéra. L'entrée des Fleurs fu quindi sottoposta ad una prima parziale revisione che fu messa in scena l'11 settembre. L'opera dovette quindi godere di un certo successo perché rimase in scena fino al 25 ottobre godendo di ben 28 rappresentazioni.
Quando poi fu nuovamente programmata il 10 o 11 marzo 1736, l'affluenza di pubblico risultò addirittura "prodigiosa". L'entrée des Fleurs era stata completamente rinnovata ed un quarto atto, intitolato Les Sauvages, era stato aggiunto, "permettendo a Rameau di riutilizzare la famosa aria dei Selvaggi che egli aveva scritto nel 1725" in occasione di una visita a Parigi di alcuni capi indiani americani e che era poi stata inclusa nelle Nouvelles Suites de pièces de clavecin (1728). In questa sua nuova versione l'opera ricevette sei rappresentazioni nel mese di marzo e fu poi ripresa a partire dal 27 di dicembre. Ulteriori riprese ebbero luogo nel 1743-1744, 1751 e 1761 per un totale complessivo di 185 spettacoli. Il prologo e le singole éntrée dell'opera furono anche spesso ripresi separatamente nel quadro degli spettacoli cosiddetti "di fragments" (o "spectacles coupés"), e il lavoro nel suo insieme fu anche dato a Lione il 23 novembre 1741, nella sala del Jeu de Paume de la Raquette Royale, e poi nel 1749/1750, su iniziativa del cognato di Rameau, Jean-Philippe Mangot.
Successivamente, l'Académie Royale de Musique abbandonò l'opera per quasi due secoli, fino al 18 giugno 1952, quando essa fu nuovamente messa in scena in una fortunatissima produzione destinata ad avere nel periodo fino al 29 settembre 1961, il numero sbalorditivo, per un'opera settecentesca, di 236 spettacoli.
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