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Tomaso Albinoni

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Composizioni per: Soprano

per popolarità

#

18 Cantate da Camera18 Secular Cantatas, T.204 (18 cantate profane, T.204)

A

Amarissime pene, T.204.03

C

Clori nel ciel d’amor lucida stella, T.204.15

D

Di tante ree sciagure, T.204.12Donna illustre del Lazio, T.204.18Dubbio affetto il cor mi strugge, T.204.16

F

Figlia d'un dolce amoreFileno caro amico, T.204.13

G

Già dal mar sorgea l’alba, T.204.02

I

Il bel ciglio d’Irene, T.204.01Il penar senza speranza, T.204.09In rea procella di mar infido

L

Lontan da te, mia vita, T.204.06Lontananza crudel, mi squarci il core, T.204.04

N

Non perché è il sol turbato

P

Poiché al vago seren di due pupille, T.205

Q

Quest’è l’ora fatale, T.204.11

R

Rivolse Clori un giorno, T.204.17

S

Senti, bel sol, deh senti, T.204.10 (Senti, sol bel, deh senti, T.204.10)Son giovinetta spiritosettaSorgea col lume in fronte, T.204.05Sovra letto d’erbette, T.204.07Sovra molle origliere, T.204.14

V

Volto caro del mio bel sole
Wikipedia
Tomaso Giovanni (Zuane) Albinoni (Venezia, 8 giugno 1671 – Venezia, 17 gennaio 1751) è stato un compositore e violinista italiano, appartenente alla stagione musicale del barocco.
Tomaso Albinoni nacque da una ricca famiglia veneziana di mercanti di carta originaria di Castione della Presolana. Albinoni amava definirsi Musico di violino, dilettante Veneto.
Studiò violino e canto, e già in età precoce divenne un bravo cantante e soprattutto un valente violinista. Probabilmente ebbe come maestro Giovanni Legrenzi. Diversamente da autori del suo tempo, Albinoni coltivò l'arte della composizione musicale soltanto per diletto e non per esigenze di affermazione professionale mantenendosi quasi sempre su atteggiamenti di forte indipendenza personale e si rifiutava costantemente di avere mecenati al suo seguito. Mecenati che nel suo tempo potevano avere più referenti: la Chiesa nei molti ruoli che essa offriva, le corti della nobiltà o le famiglie reali. Forse per sua scelta non s’iscrisse mai alla corporazione veneziana degli strumentisti professionisti (l'Arte dei Sonatori) privandosi così di esibirsi in pubblico, cosa che non amava, e di ottenere dei guadagni; si orientò quindi verso la composizione.
Visse sempre a Venezia anche se viaggiò molto; si ricordano almeno due suoi viaggi a Firenze nel 1703 e nel 1722. Recentemente è stata scoperta - grazie al ritrovamento di documenti dell'epoca - una sua permanenza nella città di Clusone, nella bergamasca, allora appartenente alla Repubblica di Venezia. Compose la sua prima opera Zenobia regina de Palmireni nel 1694 su libretto di Antonio Marchi, anno in cui uscì anche la sua prima raccolta di musica strumentale: le 12 Sonate a tre, Op.1. Da allora divise equalmente la sua attività tra le composizioni per canto (melodrammi, serenate e cantate) e per strumenti (sonate e concerti). Fino al 1709, anno della morte del padre, poté dedicarsi alla musica senza la necessità economica. Poi anche grazie alla volontà testamentaria paterna fu sollevato dal dover continuare l'attività affaristica familiare in quanto figlio maggiore lasciando tale compito ai fratelli minori. Questo gli permise di dedicarsi alla musica a tempo pieno e di raggiungere una certa notorietà abbastanza rapidamente.
Sposò una cantante d'opera, Margherita Raimondi, nel 1705, e fu anche grazie a lei che cantò a Monaco, nel 1722. Massimiliano Emanuele II, Elettore di Baviera, cui Albinoni dedicò dodici concerti, lo invitò a Monaco per dirigere l'opera durante le celebrazioni per le nozze del Principe Elettore Carlo Alberto di Baviera con Maria Amalia d'Asburgo, figlia dell'ultimo Imperatore Giuseppe I. In tale occasione compose l'opera "I veri amici" e la serenata "Il trionfo d'amore".
Oltre a musica concertistica barocca, per cui ha la notorietà odierna, famosi in particolare i suoi concerti per oboe, compose circa una cinquantina di opere liriche quasi tutte andate perdute e di cui rimangono poche arie. Solo del Radamisto del 1698 rimane la partitura completa. Non conosciamo le sue opere, ma sappiamo che esse rivaleggiarono con quelle di Francesco Gasparini, compositore attivo nella città lagunare .
La sua musica strumentale attrasse fortemente l'attenzione di Johann Sebastian Bach, che scrisse almeno due fughe su temi di Albinoni e usò i suoi bassi per armonia (vedi basso continuo) come esercizio per i suoi studenti. Le sue opere inoltre furono sempre considerate all'altezza di altrettanto famosi compositori contemporanei come Corelli, Scarlatti e Vivaldi. Le sue dieci raccolte strumentali furono pubblicate con molto successo in Italia, ad Amsterdam e a Londra, riscuotendo un notevole successo in molte corti e famiglie nobili dell'Europa meridionale.
Fu particolarmente attratto dall'oboe, uno strumento relativamente poco usato in Italia fino ad allora, tanto che il suo è stato il primo concerto per oboe scritto in Italia. Mentre i concerti per oboe solo furono per la prima volta composti in Germania da Telemann e Haendel. Albinoni dopo aver composto quattro concerti per oboe solo (N. 3, 6, 9, 12) compose quattro concerti con due oboi (N. 2, 5, 8, 11) (Op.7) che furono i primi ad essere pubblicati e che riscossero un tale successo che Albinoni ripeté questa formula nel 1722 con l'Op.9.
A parte alcuni lavori strumentali datati 1735, poco si sa della vita e delle opere di Albinoni dopo la metà degli anni 1720.
Molti dei lavori di Albinoni andarono perduti durante la Seconda guerra mondiale per la distruzione da parte degli anglo-americani della Libreria di Stato di Dresda. Forse dopo il 1740 si ritirò a Venezia e smise di comporre dedicandosi alla scuola di canto. L'opera per la quale è più noto - l'Adagio in Sol minore - è stata in realtà composta dal musicologo romano Remo Giazotto, che lo ha pubblicato nel 1958. Giazotto inizialmente asserì di aver effettuato una ricostruzione basandosi solo sui bassi e su sei frammenti di melodia (non più trovati successivamente).
Albinoni morì nella sua città natale nel 1751.
Albinoni ha composto 64 concerti pubblicati, 8 sinfonie e 97 fra sonate e balletti.