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Amintore Claudio Flaminio Galli (Perticara, 12 ottobre 1845 – Rimini, 8 dicembre 1919) è stato un musicologo, giornalista e compositore italiano.
Iniziò gli studi musicali con lo zio, Pio Galli, direttore della banda di Talamello. Concluso il ginnasio a Rimini, nel 1862 si iscrisse al Conservatorio di Milano, dove fu allievo di Giovanni Battista Croff e Alberto Mazzucato.
Durante la stagione di carnevale 1864-65, fece eseguire al Teatro Vittorio Emanuele II di Rimini la scena ed aria Cesare al Rubicone.
Nel 1866 si arruolò coi garibaldini, combattendo a Bezzecca, e l'anno successivo si diplomò facendo eseguire una cantata dal titolo Espiazione.
Fu maestro di banda e di cappella ad Amelia e più tardi, tra il 1871 e il 1873, diresse la banda cittadina e la scuola di musica di Finale Emilia.
Frattanto, nel 1870, scrisse l'opera in due atti Roma, mai rappresentata a causa del voto della polizia milanese. L'anno precedente, Galli iniziò la carriera di giornalista, quale direttore del giornale milanese Euterpe, pubblicato da Sonzogno, l'editore a cui avrebbe legato la sua fortuna.
Dal 1873 fu a Milano, presso il cui conservatorio ricoprì le cattedre di contrappunto ed estetica musicale. Nel capoluogo lombardo fu direttore artistico dello Stabilimento Musicale Sonzogno, nonché critico musicale del quotidiano Il Secolo e direttore de Il Teatro illustrato e La Musica popolare, tutte testate legate a Casa Sonzogno. Per lo stesso editore curò inoltre le riduzioni per canto e pianoforte di numerosi spartiti d'opera e le traduzioni italiane di libretti d'opera francesi.
La sua fama è dovuta soprattutto all'attività giornalistica, dal momento che le due opere rappresentate (Il corno d'oro o Un'avventura nel serraglio, operetta del 1876 a Torino, e David, 1904) ebbero scarso successo. Grande notorietà ebbe invece l'Inno dei lavoratori, su versi di Filippo Turati, che egli musicò nel 1886.
Nel 1894 acquistò una tenuta a Santa Maria in Cerreto (Rimini), dove trascorrere le vacanze estive. Lasciato il giornalismo tra il 1906 e il 1907, nel 1914 tornò definitivamente a Rimini, dove morì cinque anni dopo.
Gli è stato intitolato il Teatro Vittorio Emanuele II di Rimini, che è stato pesantemente bombardato durante la seconda guerra mondiale, tornato agli antichi splendori con un sapiente restauro inaugurato Il 28 ottobre 2018, oggi appunto Teatro Amintore Galli.
I suoi manoscritti sono conservati presso la Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini.
Tutti i lavori teatrali sono su libretto dello stesso Galli.