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Parti per: Timpano

Composizione: Romeo e Giulietta

Compositore: Gounod Charles

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Wikipedia
Roméo et Juliette (Romeo e Giulietta) è un'opera in cinque atti di Charles Gounod su libretto in francese di Jules Barbier e Michel Carré, tratto da Romeo e Giulietta di William Shakespeare.
Sin nel 1841, durante il suo viaggio in Italia, Gounod si era cimentato a scrivere un'opera sulla storia di Giulietta e Romeo utilizzando il famoso libretto di Felice Romani (già musicato da Bellini e Vaccaj). Il progetto venne però abbandonato, e fu ripreso nel 1865 su libretto di Barbier e Carré (i librettisti del Faust), e in pochi mesi l'opera fu completata. Tuttavia la prima si ebbe solo due anni dopo, al Théâtre Lyrique Impérial du Châtelet di Parigi il 27 aprile 1867, con alcune aggiunte alla partitura e la regia di Léon Carvalho. Il successo fu immediato, e tuttora è una delle opere più rappresentate di Gounod, anche se in Italia è poco conosciuta ed eseguita rispetto all'estero: solo a seguito delle recite veneziane del 2009 l'opera ha iniziato ad essere rappresentata una certa regolarità (soprattutto all'Arena di Verona, dove, dal 2011, si è deciso di rappresentarla ogni anno, come la verdiana Aida).
A rendere più celebre l'opera è sicuramente l'ariette di Juliette, "Je veux vivre", in cui molti soprani, pur non avendo mai debuttato scenicamente il ruolo della giovane Capuleti, si sono cimentati (Maria Callas, Joan Sutherland, Montserrat Caballé, Anna Moffo, Sumi Jo, Kathleen Battle, Edita Gruberová per fare alcuni esempi). Il ruolo di Juliette è stato affrontato da soprani del calibro di Nellie Melba, Mirella Freni, Angela Gheorghiu, Nino Machaidze, Anna Netrebko, Luciana Serra. Notevoli interpreti di Roméo furono Jean de Reszke, Roberto Alagna, Franco Corelli, Plácido Domingo, Alfredo Kraus, Rolando Villazón, Veriano Luchetti.
Gounod rimaneggiò più volte l'opera, a partire dal progetto giovanile fino al 28 novembre 1888, l'ultima versione per l'Opéra Garnier per l'Opéra national de Paris diretta dal compositore con la Patti, Jean de Reszke ed Édouard de Reszke (che, odiernamente, è la più rappresentata) e dove nel 1916 c'è stata la trecentoventitreesima rappresentazione:
Come nell'opera teatrale di Shakespeare, il coro entra in scena ed espone la materia dell'opera: l'infelice amore dei due amanti veronesi, ostacolato dagli odii delle loro famiglie.
Nel palazzo dei Capuleti ferve la festa indetta dal padre di Giulietta per celebrare il contratto matrimoniale stipulato con il conte Paride. Alla festa sono presenti anche alcuni Montecchi, tra cui il giovane Romeo, stuzzicato dall'amico Mercuzio che lo prende in giro per la sua infelice storia d'amore con l'ingrata Rosalina. Ma, durante la festa, Romeo vede e viene conquistato da Giulietta, e, timidamente, le dichiara il suo amore, che lei ricambia, pur non sapendo il nome del suo misterioso corteggiatore. Ma la presenza di Romeo e dei Montecchi manda su tutte le furie il rissoso Tebaldo, cugino di Giulietta, che rivela il suo nome alla cugina, che rimane turbata. Il vecchio Capuleti interviene e riesce a sedare la rissa che stava per scoppiare, e invita tutti quanti a riprendere il ballo.
Mentre Mercuzio e i Montecchi cercano Romeo, il giovane si arrampica fino al giardino di Giulietta, e riesce a vederla affacciata al balcone, mentre riflette sul suo amore. Il giovane si rivela, ma deve nascondersi per sfuggire alla ronda dei servitori di Capuleti, che vengono scacciati da Gertrude, nutrice di Giulietta. Uscita la ronda, Romeo richiama Giulietta e le dichiara ancora il suo amore, e i due giovani si promettono di incontrarsi il giorno dopo.
Romeo fa visita a frate Lorenzo, il suo padre confessore, e gli racconta del suo amore per Giulietta. Il frate acconsente a sposarli, sperando che la loro unione possa porre rimedio alla faida delle due famiglie, e benedice il loro matrimonio, assieme alla fida Gertrude.Intanto, Stefano, un paggio di Romeo, mentre cercava il suo padrone, attacca briga con alcuni servitori di casa Capuleti, causando una rissa che degenera in un vero e proprio duello: Romeo cerca di sedarlo, ma Tebaldo, ferito nell'onore, vuole avere vendetta. Mercuzio lo dileggia e lo sfida a duello, ma, a causa dell'intervento di Romeo, viene ferito mortalmente e spira. Romeo, infuriato, impugna la spada e uccide a sua volta Tebaldo. Il rumore attira i cittadini di Verona, e con essi il Duca: dopo aver udito le diverse testimonianze, bandisce Romeo dalla città. L'atto si conclude con il dolore universale, e Romeo medita di vedere per l'ultima volta Giulietta.
I due amanti passano la loro prima e ultima notte d'amore: Giulietta perdona a Romeo l'uccisione di Tebaldo, e i due si separano all'alba (Romeo partirà per Mantova). Capuleti entra con Gertrude e frate Lorenzo, e comunica a Giulietta che il matrimonio con Paride si svolgerà il domani stesso. Giulietta è sconvolta, e, rimasta sola con frate Lorenzo, chiede aiuto: il padre spirituale la consola, e le consegna una boccetta contenente un filtro che, una volta bevuto, maschera la morte. Creduta morta, verrà messa nella cripta dei Capuleti, dove verrà vegliata dal frate, che nel frattempo avrà inviato Stefano a Mantova per avvisare Romeo. Giulietta, prima titubante e tormentata dal fantasma di Tebaldo, beve per amore di Romeo.Di fronte alla chiesa, un corteo nuziale festeggia l'unione di Paride e Giulietta, mentre la giovane, Gertrude e frate Lorenzo, esprimono i loro timori. Il padre esorta Giulietta ad entrare in chiesa, ma la ragazza avverte i sintomi del filtro: cade a terra e viene creduta morta, con grande dolore di tutti.
Stefano, ferito durante la rissa, non è giunto a Mantova, e Romeo non è al corrente del piano messo in atto da Frate Lorenzo e Giulietta: Frate Giovanni riferisce questa notizia a uno sconvolto Frate Lorenzo, che si reca alle porte della città sperando di riuscire a bloccare lì il ragazzo. Ma il giovane, appena i preti si allontanano, giunge alla tomba dei Capuleti, e, desiderando di stare sempre accanto a Giulietta, beve un veleno. Ma, pochissimo tempo dopo, Romeo vede con meraviglia Giulietta che si risveglia. I due amanti sono finalmente riuniti, ma la loro gioia non è duratura: Romeo mostra la fiala del veleno, e inizia a delirare nell'agonia. Giulietta allora si colpisce con un pugnale che aveva nascosto nelle vesti da sposa, per morire assieme all'amato. I due sventurati amanti implorano il perdono divino, e muoiono, abbracciati e per sempre insieme.